Nicola è chiamato a provare a compiere, con la Salernitana, la stessa missione centrata con il Crotone alcuni anni fa, raggiungere una salvezza difficile, ma non impossibile, un’impresa che sarebbe destinata ad entrare nella leggenda granata.
La decisione di esonerare Colantuono ed i suoi collaboratori è giunta improvvisa, nel pomeriggio di ieri, dopo che Walter Sabatini aveva fatto intendere di voler concedere ancora una chance al tecnico romano. Decisiva è stata la volontà del Presidente Danilo Iervolino, deluso dai due pareggi con lo Spezia in casa e il Genoa in trasferta. Due occasioni perse, contro dirette concorrenti, per dare sostanza e slancio al progetto salvezza in cui fortemente crede la società.
Differenze di motivazioni e di determinazione tra la dirigenza e lo staff tecnico, apparso agli occhi di Iervolino incapace di trasmettere alla squadra quella rabbia agonistica e fame di vittoria assolutamente necessarie in questa fase del campionato. Anche alcune scelte tecniche, vedi esclusione di Bonazzoli e gestione dello spogliatoio, hanno influito sulla drastica decisione.
Non possiamo non sottolineare, come abbiamo già scritto in un precedente articolo, che questa scelta è un po’ tardiva, andava fatta prima dei due match con Spezia e Genoa. Non perché Colantuono non fosse un buon allenatore, ma perché queste due gare andavano affrontate con ben altro piglio agonistico, all’arma bianca. Il cambio di allenatore, in circostanze simili a questa, serve proprio a dare uno scossone alla squadra per motivare al massimo ogni singolo calciatore.
E’ inutile piangere sul latte versato e, quindi, la società granata ha deciso di tentare il tutto per tutto, chiamando al capezzale della Salernitana Davide Nicola, che sarà a Salerno in giornata per la firma del contratto, un allenatore che, nel recente passato, è stato capace di ottenere salvezze quasi miracolose, in particolare ci riferiamo alla stagione calcistica 2016/2017 con il Crotone.
Nicola dovrà ora iniziare a Salerno un lavoro sia tattico che psicologico per smuovere la squadra dall’ultimo posto in classifica. Conoscendo i trascorsi dell’allenatore piemontese, c’è da giurare che proverà da subito a consolidare la difesa, una delle peggiori del campionato. Proverà a migliorare lo sviluppo dell’azione in fase di possesso, attraverso il palleggio ma anche con azioni rapide in ripartenza e inserimento dei centrocampisti. Schiererà degli attaccanti capaci di essere riferimenti offensivi attaccando lo spazio, con almeno un rifinitore che si abbassi a ricevere il pallone.
Un’altra caratteristica messa in mostra da Nicola nelle passate esperienze è la costruzione del gioco che parte già dalle retrovie, in particolare con l’impostazione a turno di uno dei due difensori centrali o del mediano che gioca davanti alla difesa. L’aspetto tattico è molto curato dal nuovo allenatore della Salernitana che mette in campo le sue squadre con moduli tattici camaleontici, in base alla fase di gioco (possesso o non possesso) ed alle caratteristiche dell’avversario di turno.
Le squadre allenate da Nicola hanno sempre mostrato un grande spirito di sacrificio, ripiegando velocemente verso la propria metà campo con grande compattezza difensiva e un coinvolgimento di tutti e dieci i giocatori di movimento, con squadra corta. Il pressing sia alto, sia basso, è un’altra caratteristica rilevante. Spesso, inoltre, ha chiesto ai difensori di marcare ad uomo, soprattutto in determinate circostanze.
L’esordio del nuovo allenatore della Salernitana sarà difficile, contro la capolista Milan, sabato prossimo all’Arechi. Un match che non è quello ideale per la prima volta in panchina di Nicola. Ma la svolta decisa da Iervolino e Sabatini, in considerazione delle gare da recuperare con Udinese e probabilmente Venezia, e in vista degli scontri diretti con le squadre di bassa classifica che si giocheranno a breve, appare giusta e coerente con le ambizioni e l’entusiasmo della dirigenza granata che crede fermamente nelle possibilità di salvezza e, quantomeno, ci vuole provare fino in fondo senza tentennamenti.