Il gallo Belotti fa una furbata, cinge sotto l’ascella Fazio e cerca il contatto con l’intento di provocare il fallo, in tal modo inevitabile, l’arbitro e il VAR abboccano, abbocca anche Fazio, nonostante la sua esperienza. Calcio di rigore, generoso se non ingiusto, per il Torino al minuto 14.30, nella fase iniziale del match, fino a quel momento dominato dai granata del sud.
Il tiro dal dischetto di Belotti viene parato da Sepe e sulla respinta Gyomber spazza l’area. L’arbitro, compulsato dal VAR fa ripetere perché proprio il difensore granata sarebbe entrato in area prima del tiro di Belotti. Orbene, abbiamo rivisto un’infinità di volte la battuta del penalty e risulta assolutamente arduo stabilire di quanti “millimetri” eventualmente il difensore granata era in area, affiancato tra l’altro da un calciatore avversario, al momento del tiro.
Si dovrebbe riuscire a fermare l’immagine con una precisione “al millesimo di secondo”. Secondo questo metro di giudizio andrebbero ripetuti praticamente il 100% dei penalty nel calcio. Troviamo, quindi, “clamorosamente ingiustificata” la decisione arbitrale e del VAR, tanto da farci sorgere un dubbio! Ci potrebbero essere gli estremi per chiedere la ripetizione della partita per errore tecnico?
Ma la cosa più clamorosa, o se preferite “tragicomica”, è che il fermo immagine del secondo penalty, tirato sempre da Belotti, evidenzia, questo sì, l’entrata anticipata di qualche calciatore in area, ma stavolta, essendo il rigore andato a buon fine, l’arbitro e il VAR non hanno visto, convalidando la rete. Eccesso di zelo e interpretazione discutibile dell’arbitro, dunque, con la complice regia del VAR, che nel caso del penalty parato, avrà usato una “super tecnologia” con “vista da supereroe”.
Ma è stata l’intera direzione di gara di questo Signor Piccinini di Forlì che ha indignato i calciatori ed i tifosi della Salernitana, destando più di qualche legittima perplessità. In una fase così delicata del campionato, dove si sta decidendo il destino della squadra granata e la sua permanenza in massima serie, gli errori arbitrali sono inaccettabili e inammissibili, soprattutto se avvengono con la “complicità” del VAR.
Tra l’altro, in questo torneo, la Salernitana è stata più volte pesantemente penalizzata dalle direzioni arbitrali. C’è una casistica di errori da far rabbrividire, in tal senso. Farebbe bene, a questo punto, il Presidente Danilo Iervolino, al quale oggi le “giacchette nere” hanno reso meno felice il suo 44° compleanno, a far rivedere ad un pool di esperti i filmati delle tante gare “incriminate” per valutare eventuali aspetti rilevanti.
La Salernitana, comunque, ci ha messo anche del suo in questa sconfitta che fa calare ulteriormente le già flebili speranze di salvezza. In questo match, quasi da ultima spiaggia, ci saremmo aspettati maggior “cattiveria agonistica” dai granata del sud e, soprattutto, una più efficace determinazione e concretezza in fase realizzativa.
Vero è che Verdi, intorno all’8° minuto, Ederson, nella fase finale del match, hanno sfiorato il gol, impegnando Berisha in due decisive parate salva risultato, e Radovanovic al 20° ha sfiorato il palo alla sinistra di Berisha su cross di Verdi. Sempre sul finire della gara, inoltre, Mikael, che meriterebbe più chance, con una girata acrobatica in area, ha sfiorato la traversa. Ma vero è anche che il gioco offensivo della Salernitana è stato per larghi tratti sterile e con poca fantasia.
Si è rivista in alcuni frangenti la Salernitana di Castori e Colantuono, molti lanci lunghi per la testa del gigante Djuric che le prende quasi tutte, ma le sue spizzate cadono puntualmente nel vuoto. Questo modo di giocare, non da serie A, che sembrava definitivamente accantonato in casa granata, in seguito all’avvento in panchina di Davide Nicola, purtroppo in questo match è riemerso, probabilmente anche a causa del cambio modulo, con il passaggio alla difesa a tre, ma forse anche perché fa parte del dna di questa squadra che l’ha adottato per tutto il girone di andata.
L’attaccante bosniaco, con i suoi abbondanti centimetri, rischia di trasformarsi da risorsa utile se usata con raziocinio negli schemi di gioco, a fattore condizionante in negativo se abusata. Le caratteristiche fisiche di Djuric andrebbero sfruttate con frequenti cross dalle fasce, una volta guadagnato il fondo campo in attacco. Solo in questo caso l’attaccante granata potrebbe veramente fare la differenza perché di testa è molto forte, ma con i piedi non lo è altrettanto.
Un altro “mea culpa” la Salernitana lo deve fare in difesa. Fazio, in particolare, oltre all’ingenuità in occasione del penalty, al 25° minuto, con un intervento goffo, degno di “paperissima”, ha svirgolato nell’area piccola un pallone servendolo su un piatto d’argento a Belotti che non ne ha approfittato e ha tirato debolmente tra le braccia di Sepe. Questi tipi di errori, causati da lentezza di elaborazione mentale e scarsa concentrazione sono inammissibili per un calciatore della sua qualità ed esperienza. I punti persi dalla squadra granata per errori tecnici dei difensori cominciano a pesare.
In conclusione di questa disanima del match, sottolineiamo che Ederson, se impiegato un po’ più avanzato e non in mediana da interdittore, potrebbe vivacizzare non poco il gioco offensivo della Salernitana e che calciatori quali Bohinen e Mikael meriterebbero maggiori opportunità.
Visto il momento no di Fazio, inoltre, che tra l’altro sarà squalificato nel prossimo match all’Olimpico con la Roma, a causa dell’odierna espulsione causata da una seconda inutile, ingenua, trattenuta su Belotti lontano dall’area di rigore, sarebbe opportuno che Mister Nicola rispolveri qualche difensore della vecchia guardia, tipo Gagliolo e Jaroszynski, oppure lo stesso Dragusin, troppo frettolosamente accantonati.
Inoltre, Nicola prenda in considerazione anche altri calciatori in rosa, quali Di Tacchio, Ranieri e Obi, ormai scomparsi dal campo, ma che in passato hanno tirato la carretta con pieno merito ed onore, ma soprattutto con tanto sudore e abnegazione alla causa.
Salernitana-Torino, il tabellino
SALERNITANA (3-4-2-1): Sepe; Gyomber, Radovanovic, Fazio; Mazzocchi (30′ st Ruggeri), L. Coulibaly (11′ st Bohinen), Ederson, Zortea (37′ st Vergani); Bonazzoli, Verdi (11′ st Ribery); Djuric (31′ st Mikael). A disposizione: Belec, Di Tacchio, Ranieri, Obi, Kechrida, Dragusin, Gagliolo. Allenatore: Nicola
TORINO (3-4-2-1): Berisha; Izzo, Bremer, Buongiorno (44′ st Rodriguez); Singo, Ricci (23′ st Linetty), Mandragora, Vojvoda; Lukic, Pjaca (22′ st Brekalo); Belotti. A disposizione: Milinkovic-Savic, Gemello, Zima, Ansaldi, Angori, Seck, Aina, Pellegri, Warming. Allenatore: Juric
ARBITRO: Piccinini di Forlì.
MARCATORI: 18′ pt Belotti (T, su rig.)
NOTE: Espulso al 40′ st Fazio (S), per somma di ammonizioni. Ammoniti: Fazio; Bonazzoli, Ederson (S); Belotti, Izzo; Berisha, Singo (T). Recupero: 3′ pt, 7′ st.