Da venerdì 18 novembre al 16 dicembre  2022, la stazione marittima si trasformerà in un jazz club con un primo mini-cartellone da un’idea di Elio Macinante e del patron Roberto Lumino

“ J cover the Waterfront” è una indimenticabile song di Billie Holiday e proprio recandosi al porto “vecchio”  e nella Stazione Marittima, opera d’arte di Zaha Hadid, si potrà “toccare con mano la propria emozione”, negli spazi del Jazz Bahr di Roberto Lumino. Il porto luogo simbolico in cui si vive l’emozione della partenza, del prendere il mare, del viaggio e del ri-torno a terra., dello scambio di culture, di convergenze e deviazioni. Esiste un legame stretto tra il pensiero filosofico dell’esistenza e della ragione umane e il sapere del progettare-costruire, entrambe hanno un comune, e fondamentale riferimento, lo spazio.

La musica è esperienza e solo grazie a un dove che stabilizzando normalizza, è possibile renderla comune, familiarizzarla, nel senso di comunicarla. E’ questo l’assunto di Roberto Lumino ed Elio Macinante, i quali hanno pensato di ridonare uno spazio per “fare” jazz a Salerno, proprio dal luogo da dove vi è sbarcato, dal mare. Si è scelto il venerdì, in seconda serata, alle ore 21,45, con quattro appuntamenti che saluteranno formazioni e musicisti campani, a cominciare dal 18 novembre, serata inaugurale, affidata alla pianista Armanda Desidery che si presenterà con la sua formazione d’elezione, in quartetto, con Emilio Silva Bedmar al sassofono tenore e flauto, Guido Russo al basso e Mario Basile Lopez alla batteria per una serata nel segno del latin jazz.

Daniele-Scannapieco-sax-tenore

Il “Sueno Latino” sarà infatti, garantito dal virtuosismo di Bedmar, dall’incisivo groove di  Guido Russo, dal tocco afrocubano di Mario Basile Lopez e dal pianismo di Armanda  che collega e colora il tutto con le tipiche figurazioni cubane e caraibiche. Questo quartetto è una formazione che mescola i suoni della musica latina, del jazz,  del flamenco con riferimenti ai maestri del genere (a partire da Dizzy Gillespie a  Machito a Tito Puente a Paquito D’Rivera), non mancherà di suscitare quell’ampio spettro emozionale  tipico di questa musica,  energica ma anche irrimediabilmente  romantica. 

Il 25 novembre ribalta per il trio del chitarrista Pietro Condorelli “Vision” che schiera Emiliano De Luca al contrabbasso e Claudio Borrelli alla batteria, una formazione che prende il nome dal loro ultimo progetto, con cui il leaderè tornato alle scene dopo vent’anni e una pandemia in mezzo, in cui tutti noi abbiamo avuto modo di riflettere sul proprio percorso. L’intrecciarsi e, il sovrapporsi, il rincorrersi e lo stimolarsi cui i tre musicisti, in chiave dichiaratamente estemporanea, daranno vita, ad una particolare disposizione spaziale, in cui le tre “voci” sapranno diventare idealmente una sola, segnando nel contempo la piena maturità di una formazione in cui si coniugano organicamente gli aspetti solistici alla scrittura che sa alternare brani originali ad un approfondito lavoro sul repertorio. 

Il 9 dicembre giocherà in casa il Trio di Salerno, tre cognomi della nostra grande tradizione musicale, che accolsero questo genere al suo apparire e che oggi continuano ad onorarla in scena e sulle cattedre del Conservatorio “G.Martucci”: Sandro Deidda al sassofono tenore e soprano e clarinetto, Guglielmo Guglielmi, al pianoforte e Aldo Vigorito al contrabbasso.

Semplicemente “Tre”, come l’ultimo lavoro prodotto e rinnovato pretesto per mettersi a nudo e rivelare la propria anima musicale non solo all’ascoltatore, ma principalmente a se stessi. E’ questa la formazione “preferita”  dai tre musicisti insieme si da ragazzi che si conferma un non-luogo musicale dove ritrovarsi, recuperare creatività ed energie, per esprimere le proprie idee sicuri di trovare riscontro e condivisione.

Armanda Desidery

Un incontro in cui la ricerca della cantabilità non legata al genere e il gusto del contrappunto garantiscono un interplay che viene da lontano, quindi, fuori dal comune. Serata di chiusura di questa “prova” per musicisti, organizzatori e pubblico, con il Daniele Scannapieco Quartet, composto dal leader al sassofono tenoreTommaso Scannapieco al contrabbassoMichele Matino al pianoforte e Luigi Del Prete alla batteria, un progetto molto affiatato, dotato di un grande interplay e una spiccata vocazione al mainstream, che fa diventare un saggio di bop in grande stile, con decise inflessioni hard-bop.

Un percorso musicale quello del tenor sax campagnese che dalla sua esplosione ha creato sempre grande consenso di pubblico e critica attorno a lui e alle formazioni con cui si presenta nei grandi festival, non per ultima ad Umbria Jazz. Gli intrecci fra moderno e postmoderno, che proporranno, sono certamente più complessi di quanto suppone chi crede di vedere tra essi un’opposizione imposta dalla standardizzazione, quali si sono dedicati, oltre naturalmente alla composizione di brani originali.

Daniele Scannapieco sa sempre circondarsi di musicisti dalla spiccata personalità musicale che gli permette di raggiungere quell’ interplay davvero straordinari, con i suoi tre amici in continuo dialogo, su di un repertorio ampio che ci farà apprezzare l’inventiva e la creatività dei musicisti nei soli, oltre che l’amalgama del quartetto.