Imprimere nero su bianco la passione profusa nel racconto del mestiere di una vita. Così, il prossimo lunedì 6 febbraio, dalle 18, al Palazzo Vanvitelli di Mercato San Severino, Salvatore De Caro presenta il suo libro “Pizzaiolo non per caso” (D&P editori). Un incontro con l’autore nella città che ospita la sua attività, per celebrare gli artigiani, i prodotti tipici d’eccellenza e chi riesce a esaltarli e tradurli in arte.
Con la prefazione di Alfonso Sarno, giornalista gastronomico che lo accompagnerà all’appuntamento, insieme al sindaco di Mercato San Severino, Antonio Somma, il volume narra la storia di un pizzaiolo “non per caso”, che dura da oltre 30 anni. Un libro autobiografico che è anche il racconto di un’antica tradizione di famiglia, nella descrizione del forte, simbiotico legame con il nonno paterno Giuseppe, suo saldo punto di riferimento e indiscusso maestro di vita, nonché abile maneggiatore di impasti e lieviti madre.
Pagine che si leggono con interesse e che fanno partecipare il lettore – quasi in presa diretta – alla vita quotidiana di De Caro, nella Bracigliano degli anni ’80, dalle sue esperienze di lavoro a Modena, alla battaglia per potere vivere la sua storia d’amore con Silvana, che poi sposerà e con la quale dividerà privato e affari nella pizzeria di Mercato San Severino. Una autobiografia dell’anima. Bello ritrovare le parole che dedica a Padre Severino Pisacane, frate minore nativo di Tramonti, religioso di grande spiritualità, tra le altre cose, scelto da Roberto Rossellini per partecipare al film drammatico “Francesco, giullare di Dio”.
In lui, De Caro trova un secondo padre che lo indirizza nelle proprie scelte e, nonostante siano passati diversi anni dalla morte del religioso, il suo affetto e la sua gratitudine rimangono vividi. A chiudere il libro una serie di ricette presenti nel menu de “L’Arte della pizza da Salvatore”, il locale di Mercato San Severino che è diventato la meta preferita di chi ama la cucina di tradizione accompagnata da piatti, pizze e panuozzi preparati sapientemente, tra estro e innovazione.
“Ho imparato l’arte della panificazione a lievito madre da mio nonno Giuseppe, ottimo panettiere, che già nel lontano 1965 nella sua bottega vendeva, oltre a diversi tipi di pane, delle pizze al taglio con pomodoro ed origano. Fu subito stupore: gli abitanti del paese di Bracigliano non ne avevano mai vista una prima. Andarono subito a ruba! All’età di 11 anni, nei ritagli di tempo, aiutavo mio nonno.
Che fantastica cosa era giocare ed impastare con la farina! Decisi che quello sarebbe stato il mio lavoro da grande e cominciai a seguire gli insegnamenti tramandati, con lunga devozione e duro lavoro, così come per anni avevo visto fare a lui. Ho portato avanti l’arte della pizza di mio nonno nel paese natale per poi scoprire il nord Italia. Ho lavorato per dieci anni presso i più rinomati ristoranti.
Tantissime esperienze e moltissimi sacrifici sono serviti a realizzare il mio sogno: ritornare al sud per aprire una pizzeria tutta mia. Era l’anno 2003 quando ho aperto il mio locale. Qui, “nel mio regno”, da circa vent’anni, potete trovare i frutti della mia terra, della mia esperienza e della mia famiglia: la pizza Vien Mò, il panuozzo, il pollo scuppttiat e il mallone con mascuotto braciglianese. Tutto è lavorato con tenacia, cura e dedizione, per riprodurre fedelmente gli stessi sapori antichi”.