E’ bastato il primo tempo al Verona per chiudere la pratica salvezza all’Arechi. Poco più di una formalità la gara con la Salernitana, scesa in campo oggi senza stimoli, senza mordente. Tranne il tiro che ha consentito sul finale del match a Maggiore di segnare il goal della bandiera, per tutto il resto della gara la squadra granata non ha mai concluso a rete. Una prestazione che definirla imbarazzante è dir poco.
Colantuono, nonostante i buoni propositi e i proclami settimanali, non è riuscito a rianimare dal coma profondo un gruppo spento, demotivato e insolente anche di fronte ad una tifoseria encomiabile che, nonostante il campionato horror e la retrocessione amara e umiliante ha regalato una stupenda coreografia dimostrando maturità e attaccamento ai colori sociali.
Appartenenza è la parola comparsa sugli spalti della curva sud sopra il cavalluccio marino. Quel senso di appartenenza che la maggior parte di questi calciatori non ha mai dimostrato di avere nel corso del campionato. Un gruppo di atleti che non è mai diventato squadra. Un insieme d’individualità modeste tecnicamente e ancora più modeste sotto l’aspetto caratteriale.
Squadra costruita male, lasciata un po’ al suo destino dal Presidente Danilo Iervolino e dal suo staff. L’entusiasmo dei primi tempi dell’imprenditore di Palma Campania si è dissolto come neve al sole. Errori su errori già dall’inizio del campionato. Ritiro precampionato pessimo, campagna acquisti deficitaria, quattro allenatori in panchina e due direttori sportivi non sono bastati per raddrizzare una barca che faceva acqua da tutte le parti già da giugno.
Unica nota lieta nel match odierno di commiato all’Arechi, l’esordio di Gerardo Fusco, figlio d’arte, che ha guidato nell’ultimo quarto d’ora, con onore e determinazione, l’attacco granata, suscitando emozioni e ricordi indelebili nella mente dei tifosi che hanno rivisto in lui le gesta del padre, Luca Fusco, recordman di presenze con il cavalluccio marino e artefice di pagine indimenticabili della gloriosa storia della Salernitana.
E dopo il suo ingresso in campo qualcosa lì davanti si è visto. Il ragazzo si è impegnato, si è proposto, ha dato il là a più di un’azione offensiva, mettendo lo zampino anche nell’azione che poi ha portato al goal di Maggiore. Rispetto allo spento ed inconcludente Weissman, Fusco Junior è sembrato lui il titolare nel ruolo di punta centrale. Ciò a dimostrazione che le motivazioni nel calcio contano più di ogni altro valore.
Per il futuro, quindi, c’è da augurarsi che si definisca al più presto la situazione societaria. E’ auspicabile che Iervolino laddove avesse deciso di vendere, lo faccia al più presto. Sembra ormai insanabile la disaffezione del Presidente verso questa piazza e la delusione cocente della tifoseria verso questa società.
Salerno merita la serie A. Lo merita la città, la comunità locale, ma soprattutto lo merita questa splendida tifoseria che è l’unica componente a non essere retrocessa. Ora ci vorrebbe un ritorno al passato. Bisognerebbe risvegliare l’entusiasmo ormai sopito attraverso la riscoperta della “salernitanità”, l’orgoglio di essere salernitani, dando spazio ai giovani come Gerardo Fusco ed altri promettenti calciatori del vivaio, con imprenditori salernitani o che comunque amino questa città e questa tifoseria al ponte di comando.
Eloquente lo striscione comparso in curva sud allo stadio Arechi: “Primo obiettivo: uomini veri che onorino questa maglia, pronti a qualunque battaglia”, non solo in campo ma anche in società.
Salernitana – Hellas Verona 1 – 2 – Il tabellino
Reti: 22’ pt Suslov (V), 48’ pt Folorunsho (V), 45’ st Maggiore (S).
Salernitana: Fiorillo, Sambia, Weissman (29’ st Fusco), Fazio (25’ st Manolas), Coulibaly (1’ st Maggiore), Kastanos (36’ st Vignato), Basic, Pierozzi, Tchaouna, Zanoli, Pirola (1’ st Candreva). All. Stefano Colantuono
A disposizione: Costil, Salvati, Pasalidis, Pellegrino, Sfait, Boncori, Legowski.
Verona: Montipò, Lazovic (46’ st Vinagre), Noslin, Serdar, Dawidowicz, Suslov (34’ st Silva), Cabal (21’ st Magnani), Duda, Tchatchoua, Coppola, Folorunsho (34’ st Swiderski). All. Marco Baroni
A disposizione: Chiesa, Perilli, Belahyane, Tavsan, Mitrovic, Centonze, Charlys, Ajayi, Corradi, Bonazzoli.
Arbitro: Marco Di Bello di Brindisi.
Assistenti: Mauro Galetti (sez. Rovigo) – Marco Scatragli (sez. Arezzo).
IV Uomo: Kevin Bonacina (sez. Bergamo).
Var: Valerio Marini (sez. Roma 1).
Assistente Var: Rosario Abisso (sez. Palermo).
Ammoniti: Sambia, Basic, Tchaouna (S), Duda, Serdar (V).
Angoli: 4 – 6
Recupero: 4’ pt, 4’ st.