Bellizzi. Sono le ore 20.35 circa quando il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, prende parola alla festa del Partito Democratico di Bellizzi in piazza Giovanni XXXIII.
Le prime considerazione riguardano la ‘sconfitta’ della sinistra alle ultime elezione. Con una performance decisamente pirotecnica, De Luca ripercorre i motivi portanti della campagna elettorale condotta da Pierluigi Bersani: “Proposi di cancellare i ticket sanitari e sbloccare i pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese. Non ci fu verso per far arrivare al popolo italiano una parola chiara, ricordo del giaguaro ma neppure io ci capii niente di quella campagna, figuriamoci gli elettori.”
Sulla rovente questione dell’ incompatibilità delle cariche di sindaco e di sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti traccia un’ampia parentesi di precisazione sulla confusione di dibattito che c’è stata nelle ultime settimane. “Per chi ha doppi incarichi scatta l’incompatibilità. Io ho deciso di percorrere la strada della decadenza e non quella delle dimissioni per non paralizzare l’attività del Comune. Ho attivato la procedura di decadenza e formalmente la legge è rispettata perché il Consiglio ha i suoi tempi per valutare. La legge, invece, che non è stata rispettata è la legge 81 che prevede le competenze nell’ambito del governo e stabilisce che per i viceministri ci sia la responsabilità di un dipartimento o di più direzioni. Il vero problema è che, a cominciare dal mio Ministero, stiamo accettando le pretese del Pdl. Volevano attribuirmi la direzione dei Servizi Statistici, con molto garbo li ho mandati a quel paese.”
La cancellazione dell’Imu fortemente voluta dal centro-destra “per tener fede ad una promessa elettorale”, ritiene che sia giusta per l’80% degli italiani. “Chi, invece, ha possibilità economiche oltre la norma – dichiara – potrebbe tranquillamente versare il contributo senza rischiare miseria.”
Toni durissimi poi quelli usati contro il proprio partito anche quando si parla dell’attuale governo. Secondo De Luca “il matrimonio non d’amore” del governo Letta, nato per rimediare al sistema elettorale vigente, dovrebbe sbloccare il meccanismo “del ricatto in cui si è caduti per poi esaurire il suo compito legislativo e restituire l’Italia ad un’ amministrazione degna di questo nome.”
Posizione molto netta anche rispetto all’attuale dirigenza e alle correnti all’interno del partito. “Dobbiamo abbandonare quell’immagine tutta ideologica, c’è necessità di smantellare la classe dirigente, diventare il partito della sburocratizzazione radicale e liberare energie positive per creare economia.”
Convinto che le primaria vadano fatte tra gli iscritti, De Luca elude la domanda relativa al nome da proporre per la segreteria. “Dopo l’amara sconfitta di febbraio credo che si sia capito l’errore, anzi ne sono convinto. L’unica cosa di cui ho certezza in questo momento è questo gruppo dirigente debba andare a casa in blocco.”
Prima di concludere e salutare il pubblico, il sindaco di Salerno boccia anche il governo Caldoro e dopo un passaggio nostalgico sulla battaglia di tre anni fa, traccia la sua visione del quadro di gestione della Regione Campania,. “Non bisogna essere un grande osservatore politico per capire in quale situazione versiamo: dalla disoccupazione al reddito e dai fondi europei ai trasporti, siamo gli ultimi, nelle politiche ambientali rischiamo di entrare anche in procedura di infrazione, il settore dei trasporti pubblici locali è distrutto e la Sanità è paralizzata.” Una visione drammatica, insomma, quella di De Luca che inserisce l’amministrazione regionale in un “contesto immobile e ancorato alle logiche politiche di partito.”
Articolo e foto di Rossella Fusco
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