Salerno. Il 50% dei pensionati salernitani vive con pensioni al di sotto dei 500 euro. E’ questo l’allarme lanciato dalla Fnp Cisl provinciale che, dopo il monito lanciato nel 2008 in merito al grado di povertà degli anziani nel Salernitano, illustra una fotografia del territorio ancor più grave rispetto.
“Parlare di persone che si trovano al di sotto della soglia di povertà vuole dire usare un eufemismo. Ormai molti di essi non sono più in grado di comprare le medicine per curarsi ne tanto meno in molti casi poter acquistare i generi alimentari di cui hanno bisogno. La situazione è insostenibile. Troppi pensionati, in particolare donne, sono costretti a vivere con risorse insufficienti a soddisfare le più elementari esigenze di vita (alimentazione, salute, abitazione, abbigliamento). Nella nostra provincia la situazione non è ancora esplosa grazie alla tenuta delle reti informali e familiari e perché i pensionati – molti dei quali sostengono anche le famiglie dei figli cassintegrati o disoccupati – stanno dando fondo ai loro ultimi risparmi. ”, ha detto Giovanni Dell’Isola della Fnp Cisl provinciale.
A far paura è l’assordante silenzio della politica, locale, nazionale e regionale, e il forte stato di disagio in cui si trovano i pensionati, che si impoveriscono ogni giorno di più per il blocco della rivalutazione delle pensioni in atto dal 1993 per la mancata applicazione della legge 503/92 che nella provincia di Salerno hanno spinto l’50% dei pensionati sotto la soglia di povertà con pensioni al di sotto dei 500 euro mentre gli scandalosi vitalizi e le ricche pensioni d’oro non sono stati per niente scalfiti. “Serve Ripristinare l’indicizzazione delle pensioni, anche superiori a tre volte il minimo, a partire dal prossimo anno. Approvare e finanziare il fondo per la non autosufficienza, per garantire omogeneità territoriale. E ancora: rivedere il sistema fiscale riducendo il carico su pensionati e lavoratori dipendenti, rimodulando le aliquote Irpef e individuando soluzioni per il problema per gli incapienti”. Infine la stoccata sulla paventata chiusura dei centri di riabilitazione a fine ottobre: “Sarebbe il collasso per tutti. Un fallimento che non possiamo permetterci”.