Agropoli. L’Ospedale Civile di Agropoli ha chiuso i battenti. Da ieri è cominciato lo smantellamento. Al suo posto l’attivazione , come previsto dal decreto regionale 49, di una postazione Psaut attivata nei locali precedentemente destinati al pronto soccorso con la disponibilità di tre ambulanze, che effettuano il servizio 118.
Nella giornata di ieri si sono concluse le trattative di chiusura di una struttura ospedaliera dal punto di vista strutturale tra i più moderni ed efficienti, ideato e progettato per diventare il più grande centro oncologico della provincia di Salerno ma mai messo in atto. Dopo un’attesa trentennale dalla posa della prima pietra da parte dell’allora sindaco Isidoro Pacifico, e poco più di otto anni di funzionamento dalla sua realizzazione, in meno di tre mesi si è decretata la sua fine.
Sono stati chiusi i reparti di cardiologia, medicina d’urgenza, rianimazione, sala operatoria, traumatologia, pronto soccorso, e le unità operative di radiologia, laboratorio di analisi e raccolta sangue e le numerose attrezzature, almeno per il momento resteranno inutilizzate e chiuse in quei reparti sigillati dall’Asl.
Una situazione incresciosa che si presenta per quanti necessitano di cure o di ricovero, costretti a raggiungere i presidi ospedalieri di Vallo della Lucania e di Roccadaspide, i quali oltre al fatto che sono lontani sono anche difficili da raggiungere per la disastrosa condizione in cui versano le strade. In particolare quella della sp430, la ‘Cilentana‘ che collega Agropoli con Vallo della Lucania, interessata da una frana che occupa metà della carreggiata e costringe gli automobilisti a percorrerla in un solo senso di marcia determinando in questo modo lunghe code data l’affluenza di lavoratori che si spostano tutte le mattine.
L’amarezza e la delusione da parte dei cittadini agropolesi è tanta, i quali non hanno potuto far altro che assistere inermi, alla velocità con la quale in queste ore continua lo smantellamento.
Sulla questione è intervenuta anche l’On. Sabrina Capozzolo, deputata del PD, la quale ha dichiarato: “Non mi stancherò di dire che la chiusura dell’Ospedale Civile di Agropoli è stato un atto politico, non accompagnato da considerazioni di fatto che potessero portare ad una tale soluzione. I numerosi tentativi avanzati da me e da altri pochi colleghi e le proposte che avevamo prospettato a chi aveva l’autorità di prendere le opportune decisioni, si sono risolte in vane pretese, a cui spesso non è seguita nemmeno una risposta. L’ospedale di Agropoli è stato vittima del collasso della politica che sta invadendo prepotentemente tutto lo scenario italiano. Da parlamentare, a dispetto di quello che la gente è propensa a credere, ho incontrato più confini che orizzonti verso cui dirigersi. Paradossalmente lo Stato non può intervenire in materia sanitaria sulle scelte regionali”.
Alessandra Agrello