Salerno. Assistenza sanitaria domiciliare integrata, nella città di Salerno l’Asl può prendersi cura soltanto di 33 persone a fronte della reale necessità che sussiste nel capoluogo. E’ questo il dato emerso questa mattina durante la riunione del Piano di Zona S5, tenutasi presso il centro La Carnale di Torrione, e coordinata dall’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno, Nino Savastano.
Un tavolo a cui ha partecipato anche la Cisl provinciale, rappresentata dal segretario generale della Fnp, Giovanni Dell’Isola. Il confronto è stato serrato ma anche costruttivo, visto che sono state individuati i progetti attraverso i quali utilizzare i fondi del Piano di Azione e Coesione con l’impegno a realizzare un Pua, Punto unico di accesso, e il potenziamento dei servizi domiciliari agli anziani. Alla riunione non erano presenti, nonostante regolarmente invitati, i rappresentanti dell’Asl provinciale. Un’assenza che ha impedito l’approfondimento sull’assistenza sanitaria integrata agli anziani, che prevede un’assistenza di tipo sociale fornita dal Piano di Zona e un’altra fornita dall’Asl.
“Attualmente vengono assistiti in assistenza domiciliare integrata solamente 33 persone nella città di Salerno, mentre le persone che hanno bisogno di queste particolari cure sono certamente centinaia”, ha affermato Giovanni Dell’Isola della Fnp Cisl provinciale. Per questo il comportamento dell’Asl, secondo il sindacato dei pensionati, è totalmente inaccettabile. Al fianco della Fnp anche il segretario generale della Cisl Salerno, Matteo Buono, che ha rimarcato lo scarso senso di responsabilità dell’azienda di via Nizza: “Siamo alle solite. Dopo la notizia del trasferimento del Centro di senologia dal centro a Pastena ecco un’altra vicenda che ci lascia davvero senza parole. Il diritto alla salute deve essere garantito a tutti senza nessuna discriminazione. Sarebbe bene che su questa questione, come sulle altre, l’Asl di Salerno facesse chiarezza perché l’assistenza domiciliare integrata è un diritto di tante persone in provincia di Salerno che si trovano in condizioni di svantaggio, non solo economiche ma anche fisica. Sono troppi i servizi che l’Asl non riesce a dare e che concorrono a rendere questa provincia una delle peggiori dal punto di vista della qualità della vita. Un cambio di rotta non solo è opportuno ma è necessario per restituire ai cittadini salernitani la dignità, che dovrebbe essere sempre al primo posto nell’agenda dell’agire quotidiano”.