Roma. Il numero di opere incompiute, dal nord al sud, aumenta sempre più. La crisi ha bloccato i cantieri e tagliato gli investimenti trascinando l’Italia nelle posizioni più basse delle classifiche internazionali per dotazioni e qualità delle infrastrutture.
Nel 2012-2013 l’Italia è arrivata alle 82esima posizione scivolando di altre tre posizioni dal biennio 2010-2011, addirittura facendosi sorpassare da Kenya, Uruguay e Botswana. Rispetto ai partner europei la distanza è poi inaccettabile: la Francia è al quinto posto, la Germania è al nono, il Portogallo all’undicesimo, la Spagna al diciottesimo, la Grecia al sessantunesimo.
“Quello che invece continua ad aumentare – sottolinea polemicamente il rapporto Confesercenti-Ref – è l’elenco delle opere mai terminate, dalla Metro C di Roma alla Salerno Reggio Calabria, passando per il mancato completamento delle infrastrutture stradali previste per l’Expo 2015 di Milano. Sul fronte dei trasporti via terra l’Italia si segnala per la marcata preferenza per il trasporto su gomma. Di conseguenza il Paese ha un’elevata congestione della rete autostradale e un ritardo nello sviluppo della rete ferroviaria, soprattutto per quanto riguarda le reti ad alta velocità”.
Preferendo sempre il trasporto su gomma, le persone preferisco viaggiare con la propria auto snobbando i mezzi pubblici, tra cui i treni. Fra gli altri ritardi segnalati dal rapporto Confesercenti-Ref si segnalano: lo spreco d’acqua (il 43% dell’acqua trasportata dalle reti in Italia va perduta dal punto in cui viene prelevata fino al raggiungimento delle aree urbane) e lo smaltimento dei rifiuti con un 50% non riciclato.
“Dal nostro rapporto – commenta Confesercenti – emerge un quadro preoccupante. Bisogna assolutamente invertire la rotta: più infrastrutture vogliono dire un Paese più unito ed efficiente, ma anche un volano per il turismo, uno dei settori economici più importanti d’Italia, il cui peso arriva a sfiorare il 6% del Pil”.