Un imprenditoria in ripresa ma solo in apparenza; la fotografia scattata da Unioncamere Campania mostra un quadro poco confortante.
Stando ai dati diffusi dall’ Osservatorio economico le iscrizioni al registro delle imprese nei mesi di aprile, maggio e giugno di quest’anno sono state 9.109, circa il 5% in piu’ delle cessazioni. Si recupera cosi’ il saldo negativo del precedente trimestre dove il totale delle iscrizioni era di poco inferiore al totale delle cessazioni.
Rispetto al secondo trimestre dello scorso anno, l’andamento della nativita’ e mortalita’ delle imprese peggiora: le iscrizioni aumentano di solo lo 0,7%, mentre le cessazioni aumentano di quasi il 9%.
Su base semestrale, le variazioni sono, invece, allineate, con le iscrizioni in aumento di oltre il 15% (a livello nazionale, diminuiscono del 2%) e le cessazioni che aumentano di piu’ del 14% (a livello nazionale aumentano di poco meno del 3%).
Tra i comparti produttivi della Campania, il commercio registra la netta maggioranza delle iscrizioni (oltre il 32% del totale).
Non cambia nel caso delle cessazioni, il commercio si conferma infatti il comparto con il maggior numero di casi (circa il 41% del totale). Piuttosto elevato il peso delle costruzioni con il 12% del totale, seguite dall’agricoltura con circa l’11%.
“Il saldo positivo tra natalità e mortalità imprenditoriale non può interpretarsi come un segnale di vivacità del tessuto economico dice Maurizio Maddaloni, presidente di Unioncamere Campania e numero uno dell’ente camerale napoletano – Confrontando gli altri indici, quali l’occupazione e il ricorso alla cassa integrazione, ma anche i fallimenti e la richiesta di accesso al credito, purtroppo non ci sono conferme di crescita nella nostra regione”.