Sindaco di Agropoli dal 2007, oggi al secondo mandato e sindaco benvoluto dai più. Alcuni cittadini sono ormai devoti a lei e alla sua amministrazione. Cosa ha fatto a questo territorio per legare il suo nome ad una considerazione così positiva?
“Innanzitutto credo che la gente non voti soltanto per una simpatia o per un’appartenenza politica. Negli Enti locali credo che la gente davvero dia il consenso a chi si procura una fiducia, io la mia fiducia l’ho conquista perché i miei programmi elettorali diventano impegni e quindi gli impegni sono doveri. Rispetto ad un programma elettorale ambizioso e avvincente del 2007, nella città di Agropoli c’è stato un segnale di rottura rispetto al passato. Dopo trent’anni ho terminato un intero mandato e sono stato riconfermato con un consenso larghissimo. Si è capito che la stabilità e la concretezza sono il mio punto fermo: questo è stato il mio impegno con la comunità. Ho una determinazione che ho acquisito durante i tantissimi anni di amministrazione negli enti locali, una passione molto forte ma la fiducia della comunità mi dà la forza per andare avanti e rispondere alle tante istanze che arrivano dalla gente.”
L’hanno definita il sindaco più potente del Cilento. È un’affermazione molto forte. Le pesa o la lusinga?
“Non mi piace parlare di potere in senso assoluto, meglio parlare di potere decisionale rispetto agli obblighi amministrativi. A capo di un governo locale si hanno dei poteri decisionali, l’importante è esercitarli in maniera positiva e soprattutto tesi all’interesse generale. Poi, il fatto di essere sindaco di un centro molto grande fa sì che si diventi in modo naturale punto di riferimento in politica. Dunque vivo questa cosa con spirito di servizio rispetto alla gente e rispetto agli altri colleghi con i quali si va d’accordo e si cerca di affrontare e superare le problematiche.”
A proposito di sindaci del Cilento, un suo ricordo di Angelo Vassallo.
“Un ricordo molto bello perché c’era un rapporto di grande simpatia. Mi dispiace molto che dopo la morte cruenta di Angelo si sia strumentalizzata la sua figura mettendola, a volte, in contrapposizione alla mia persona, ma per chi ci ha conosciuto sa che c’era un rapporto di grande stima e di grande collaborazione. Mi rammarica il fatto che si utilizzi Angelo per fare delle crociate che non servono a nessuno. Ricordo le tante battaglie condotte insieme, era una persona dinamica e competente, un amico che ricordo con grande rimpianto.”
Una carriera politica la sua molto fitta, un cursus honorum eccellente. A 23 anni era già sindaco del comune di Torchiara. Da poco ha lasciato il suo incarico di consigliere provinciale motivando la scelta con “la volontà di dedicarsi a pieno regime alla sua attività di sindaco”. Cosa farà quando non sarà più sindaco di Agropoli e in definitiva ci conferma la sua candidatura in Regione?
“Vivo questa esperienza politica che si prospetta con grande passione ma senza ansia, nel senso che non mi preoccupo se non dovesse farsene più nulla. Nel 2015, come dicevo, saranno trent’anni di attività nelle amministrazioni comunali perché se è vero che a 23 anni ero sindaco di Torchiara a 18 ero già consigliere comunale, dunque una vita spesa al servizio degli enti locali. L’ambizione c’è e credo che sia legittima, ripeto non si tratta di un’ambizione sfrenata, le intenzioni ci sono e c’è soprattutto la voglia di mettere a disposizione del mio territorio l’esperienza che ho accumulato in questi anni, la mia competenza, il mio entusiasmo e la mia forza elettorale. Mi auguro che ciò avvenga, diversamente concluderò tranquillamente il mio mandato di sindaco. Sono, però, sicuro o almeno mi illudo che laddove dovessi approdare a Palazzo Santa Lucia qualche cosa per i nostri territori cambierà in modo netto e sicuramente positivo.”
A chi spetterà riempire il buco per una sua probabile scalata verso Palazzo Santa Lucia?
“Parto dal presupposto che nessuno è indispensabile. Io non ho mai fatto mistero del fatto che ritengo il vicesindaco la persona più matura dal punto di vista politico e non nascondo che nel caso in cui si dovesse procedere ad elezioni anticipate perché io dovessi essere eletto in Regione, la mia indicazione, laddove servisse a qualcosa, ricadrebbe sul di lui. È molto in linea con il mio modo di amministrare, di pensare, di fare politica, è una persona impegnata tutti i giorni e poi mi farebbe piacere che si potesse continuare il programma amministrativo perché in dieci anni non si può portare a termine un’azione politica così ambiziosa come la nostra.”
Una profonda amicizia la lega al sindaco e viceministro Vincenzo De Luca, nell’occhio del ciclone per la questione del doppio incarico. Si sente appoggiato anche dal primo cittadino di Salerno visto che, come lei, rappresenta un esempio di buon governo territoriale?
“Io sono legato a Vincenzo De Luca non soltanto per un’appartenenza allo stesso partito. A me piace molto la sua determinazione, il suo voler fare le cose e lui ha dimostrato sul campo che le cose possono cambiare anche in una città del sud. Il miglioramento di una comunità è strettamente legato alla qualità degli uomini che guidano la città e Salerno con Vincenzo De Luca ha dimostrato questo: c’è una guida capace che ha tracciato le linee da perseguire. Mi auguro che si candidi a Governatore della Campania e mi auguro tanto di poter far parte della sua squadra. Mi dessero la candidatura e poi per le elezioni me la giocherò alla meglio…(ride, ndr)”
Torniamo ad Agropoli, alla sua legislatura e alla sua squadra ammnistrativa parlando di tasse. Ci risulta che non siano poi così basse. In che modo la tassazione ha fatto cassa?
“Innanzitutto un buon amministratore e una buona amministrazione devono curare le entrate. L’ente deve funzionare e il bilancio è fatto di entrate e uscite. Posso assicurare che la tassazione del comune di Agropoli è in linea con quella di tutti quanti i comuni delle stesse dimensioni, con un aspetto che, però, non va sottaciuto: i servizi funzionano, è una città pulita, nonostante i tagli c’è stato anche un incremento dei servizi. Abbiamo fatto anche una forte politica di accertamento di evasione per tutelare i cittadini che pagano le tasse e sono onesti. Alcune volte la politica ha fondato il suo consenso sul privilegio di non pagare le tasse, io voglio il consenso di quei cittadini che pagano le tasse e che contribuiscono al benessere del proprio paese.”
In che misura Agropoli ha usufruito dei fondi europei relativamente ai finanziamenti e bandi per progetti territoriali?
“Questo è un dramma, la Regione Campania è bloccata, purtroppo non riesce ad investire, a spendere e a programmare. La gran parte delle cose che Agropoli ha fatto, le ha fatto con le sue forze. Io ho trasformato spesa corrente che non era utilissima in spesa di investimenti. Nonostante il patto di stabilità sono riuscito a trasformare la città utilizzando bene il bilancio, questo lo si può fare solo se si fanno pagare in misura giusta le tasse ai cittadini.”
Si avviano alla conclusione i lavori al cineteatro. A distanza di quattro anni dall’inizio ora per quando è prevista la consegna della struttura alla comunità?
“Ci verrà consegnato a febbraio. Quattro anni e mezzo è un arco di tempo abbastanza rapido per concludere un’opera che potremmo definire di portata epocale. In un momento storico in cui i teatri chiudono in altri luoghi d’Italia, io conto ancora di puntare sulla cultura, ritengo sia un qualcosa di vincente. Quindi, nonostante ci sia una ristrettezza economica e dunque queste opere siano abbastanza risicate, ritengo quella della cultura la leva infallibile per la crescita di un paese e di una città perché lì dove ci sono problemi economici ci sono anche problemi culturali.”
Quali sono le altre opere di cui va fiero e cos’altro avrebbe voluto per la sua città e non è riuscito a realizzarlo?
“È un elenco così fitto che a volte dimentico anche io. Sicuramente l’acquisto del castello è stata la realizzazione di un sogno; la costruzione di un palazzetto dello sport; l’ampliamento del comune; l’oratorio; i due campi di calcio; l’adeguamento delle attrezzature sportive nelle scuole; la stazione degli autobus; circa 2000 posti auto di parcheggi; la via del mare; anche opere di urbanizzazione primaria e secondaria che purtroppo non erano ovvie e che erano motivo di grande disagio per la popolazione. Vivo, invece, con una grande ansia e desiderio la possibilità di riqualificare il fiume Testene perché è una bruttura nella città; purtroppo non ho avuto né il tempo né le risorse e abbiamo agito per priorità, spero, però, che durante la mia consiliatura si possa fare un intervento decisivo. Lungo il percorso del Testene si snodano una serie di strutture e infrastrutture tra le più importanti al servizio della città; poi altra ambizione è l’acquisto della Baia di Trentova, azione vicina in quanto per fine anno spero di acquisirla a patrimonio comunale; di cose ce ne sono tante ma quando penso alle cose fatte con le pochissime risorse che vengono dall’esterno allora mi sento soddisfatto.”
Un passaggio dolente, una ferita aperta che brucia ma una tappa obbligata. Ospedale di Agropoli, il suo stato d’animo all’indomani della chiusura.
“È stata un’azione talmente ingiusta, violenta e immotivata che mi ha portato a trascorrere settimane insonni. È sicuramente una ferita aperta ma non credo che lo sarà in modo definitivo perché mi auguro che in futuro ci possano essere decisioni che rimuovano questa scelta meramente politica. Si tratta di una violenta sottrazione del diritto alla salute: si chiude un ospedale dove c’è tanta gente, in un’area popolosa, parliamo dell’ospedale più nuovo che fa un numero elevatissimo di codici rossi e che è l’unico ospedale sulla costa da Salerno a Sapri e, soprattutto, dove c’è un bacino di utenza turistica di oltre un milione di persone. Oltre l’ospedale si è chiuso il laboratorio di analisi, l’allergologia, la radiologia e ora come popolazione siamo costretti a rivolgerci a Battipaglia o Eboli con una viabilità letteralmente proibitiva nel periodo estivo. Sono animato da un sentimento di profonda tristezza e mai avrei voluto vedere un’azione del genere.”
Ha già annunciato battaglia con un’extrema ratio per non abbandonare l’idea di una riapertura, a cosa si riferisce precisamente?
“Io non avevo mai pensato di portare la questione dell’ospedale nel mio programma perché era fuori da ogni logica la possibilità di chiusura, però dovrò portare al primo posto la questione della risposta alla salute in questo territorio. Io sono così convinto che chi ha deciso abbia torto tanto da aver deciso di produrre anche un’istanza di prelievo al Tar di Napoli per cui l’udienza si terrà tra dicembre e gennaio. Mi voglio illudere che ci saranno magistrati diversi da quelli che hanno esaminato la vicenda soprattutto in Consiglio di Stato, perché con cinismo, con durezza e anche mancanza di obiettività abbiamo avuto una censura totale; anche da parte del mio schieramento politico non c’è stata solidarietà, probabilmente perché il fatto che un sindaco si voglia candidare alla Regione è un ipotetico pericolo per quelli che siedono attualmente in Consiglio regionale. Glielo voglio dire, io sono un pericolo democratico per loro perché dovranno dar conto alla gente che una popolazione così vasta è stata privata del diritto alla salute. Sono stato offeso come cittadino e come sindaco perché si è strumentalizzata una situazione per alimentare una critica nei mie confronti urlando una mia incapacità, immaginando un impoverimento del mio consenso relativamente alla questione dell’ospedale; non hanno che capito che diventerà la battaglia della mia vita per la città di Agropoli, anche in Regione e la gente mi appoggerà come ha sempre fatto.”
Dopo la chiusura dell’ospedale era stata paventata anche la chiusura dell’Agenzia delle Entrate. Poi il suo intervento con cui il Comune si impegna a farsi carico delle spese di locazione e di manutenzione. Cosa è successo?
“Purtroppo lo Stato batte in ritirata dai territori. Io ho smorzato subito le polemiche e ci siamo accollati il canone di locazione e le spese di gestione. Per l’agenzia delle Entrate le spese complessive previste sono di circa 80.000 euro il fitto e 62.000 euro per la gestione, questa cosa non era possibile per l’ospedale per motivi tecnici di competenza e perché non avevamo la forza economica per sostenerle. Non potevamo tollerare un ulteriore colpo e un ulteriore ferita per la nostra città allora siamo intervenuti immediatamente.”
Sul web circolano molti articoli sull’indagine che la vedono indagato per il processo ‘due torri’. Come ci è finito in un’indagine di quel tipo?
“Io sono stato assessore ai Lavori Pubblici per quasi dieci anni curando investimenti di circa 700 milioni di euro. Parliamo di un’indagine molto lunga e complessa in cui ci sono state intercettazioni ambientali, telefoniche ed acquisizioni di atti. Per anni il mio processo è stato celebrato soltanto sui giornali, decine di imprenditori sono stati ascoltati e qualche detenuto ha detto delle cose. Quando vi è una chiamata in correità bisogna avere risconti mentre io non sono mai stato ascoltato e il primo atto che ho ricevuto è stato l’avviso della conclusione delle indagini qualche mese fa. Io sono sereno, credo nella giustizia e, sebbene questa cosa non abbia inciso sulla mia voglia di amministrare, sono impaziente che si arrivi alla conclusione, con la certezza che il tutto si risolverà con un proscioglimento in sede preliminare. Trent’anni di specchiato impegno politico lo dimostrano ma purtroppo è il rischio da correre per chi amministra, siamo persone esposte più delle altre e qualche illazione gratuita può capitare.”
Sulla questione dei due ex-militanti Pd, Carmine Parisi e Antonio Domini, cosa ci dice? Hanno riferito di essere stati cacciati dal partito dopo essersi schierati contro di lei.
“Non è stata certo una mia decisione, nel ‘Partito democratico’ ci sono regole per entrare e per uscire. Ci sono state delle decisioni in sede provinciale, regionale ed anche nazionale su questa vicenda e questi due ex-iscritti sono stati espulsi. La questione è molto chiara, Domini è un ‘signor nessuno’, il mio unico errore è stato appoggiarlo quando lo portai a sindaco nel 2004 con un buon consenso, dopo poco venne sfiduciato per la mancanza di capacità di governare. Si ricandidò nel 2007 ma Franco Alfieri, anche lui candidato, vinse al primo turno con una schiacciante vittoria, parliamo quindi di persone rancorose, notoriamente conosciute dalla popolazione come invidiose. Domini può mettersi l’animo in pace perché seppure io non facessi più il sindaco, dubito che la gente lo voti. Oggi il successo è legato al fango, mica si può dire che qui ad Agropoli le cose vanno bene, che ci sono le politiche sociali che funzionano perfettamente, che gli stranieri mi salutano per strada e non c’è il benché minimo motivo di disappunto con la popolazione? Faccia lei le sue valutazioni…le cose buone non fanno notizia.”
Qual è il suo rapporto con la minoranza?
“C’è un solo consigliere Di Luccio che viene dal Polo della Libertà ma c’è un rapporto dialettico molto corretto, nulla a che vedere con la vicenda di cui parlavamo prima.”
Passiamo al protocollo d’Intesa siglato nei giorni scorsi con il comune di Capaccio-Paestum per promuovere il territorio secondo uno schema di sinergia. Il primo risvolto di questo accordo sarà la presenza al Travel Trade di Rimini. Era da tempo che si puntava ad una collaborazione di questo tipo con il sindaco Voza, come mai non si era fatto prima?
“Si è perso un po’ di tempo ma ora abbiamo il dovere di collaborare. Agropoli ha il castello, il porto e la città mentre Capaccio ha la zona archeologica e le strutture alberghiere. Integrando queste risorse complementari possiamo essere una grandissima realtà con un potenziale enorme. Il lavoro è difficile ma ci crediamo e andremo avanti con riunioni operative per stabilire obiettivi e tempi, dovremo rendere al massimo. La fiera di Rimini promuoverà il nostro turismo e il nostro territorio molto vivace che ha bisogno solo di essere pubblicizzato e promosso ai livelli più alti. La collaborazione con Paestum e le associazioni come ‘Cilento Mania’ serve anche a vendere meglio il nostro ampissimo pacchetto turistico.”
Il suo più grande impegno per i prossimi mesi di mandato.
“Il mio impegno e allo stesso tempo il mio tormento, è quello di creare occupazione nella mia città. È un problema che non riescono a risolvere neanche i governatori a livello nazionale ma io ho l’illusione che noi abbiamo le leve e la potenzialità per rimediare almeno per i giovani che vogliono restare qua. Andare via dovrebbe essere una scelta ma non una costrizione e noi dobbiamo creare un vortice virtuoso per uscire da questo dramma in cui viviamo.”
Un messaggio per i suoi cittadini.
“Non dobbiamo aspettare che altri vengano a risolverci i problemi, siamo noi consapevoli e artefici del nostro destino. Dobbiamo farlo insieme, come diceva un vecchio proverbio africano “se vuoi andare di fretta vai da solo, se vuoi andare lontano aspetta gli altri”, io voglio stare insieme agli altri e andare lontano puntando al massimo.”
Rossella Fusco