Sala Consilina. Dopo la chiusura del tribunale di Sala Consilina accorpato a Lagonegro, tocca ora all’Ordine forense che chiuderà i battenti il 31 dicembre del 2014. Uno smacco per gli avvocati che hanno lottato fino all’ultimo per tenere in vita il presidio di giustizia e che ora vedono soppresso anche l’organismo che li accorpava.
Passeranno anche loro sotto la supervisione di Lagonegro, saranno integrati nell’ordine della cittadina lucana già presieduto da Rosa Marino. Una beffa se si pensa che probabilmente non potranno nemmeno essere candidati nelle competizioni elettorali per il rinnovo del consiglio dell’ordine in quanto neo iscritti. Quindi tutto da rifare, e chi scommetteva in una salvezza in extremis si è sbagliato. Solo una proroga di un anno, infatti rimarranno in attività fino al 31 dicembre 2014. Questo è quanto ha fatto sapere il dipartimento per gli affari di giustizia di via Arenula in una circolare inviata ai presidenti delle Corti d’appello e ai procuratori generali, quindi i Consigli dell’ordine istituiti presso i tribunali soppressi dalla riforma della geografia giudiziaria, entrata in vigore il 13 settembre scorso, sono costretti a chiudere. Nella circolare viene spiegato che il rinvio a fine 2014 segue la riforma dell’ordinamento della professione forense che, all’art.65, comma 2, ha prolungato i consigli circondariali in carica fino al 31 dicembre 2014.
“Si deve pertanto concludere” chiarisce il Ministero “ che, ferma la regola generale di cui all’art. 25, comma 1 della legge 247 del 2012, tutti i consigli degli ordini territoriali in carica alla data di entrata in vigore della predetta legge sono stati transitoriamente prorogati sino al 31 dicembre 2014″. Dunque, gli ordini costituiti presso i tribunali che verranno eliminati in futuro “continueranno a svolgere appieno nel periodo di proroga le loro funzioni, con riferimento al territorio corrispondente ai circondari dei tribunali soppressi“. Ad essi ci si riferirà “per la consultazione degli albi, per la materia disciplinare, per eventuali questioni di incompatibilità e per ogni ulteriore attività amministrativa che richieda il coinvolgimento dell’ordine professionale”.
Per il Cnf si tratta di “un primo chiarimento necessario per evitare il caos totale nelle funzioni amministrative e disciplinari degli ordini coinvolti. Valuteremo insieme se organizzare non solo la sopravvivenza ma soprattutto l’impiego degli ordini forensi tutti come sedi per l’istituzione di Camere arbitrali e di conciliazione” ha dichiarato il presidente, Guido Alpa. Invece di parere differente è il presidente del Coordinamento degli ordini forensi minori, Walter Pompeo; “la circostanza che la revisione delle circoscrizioni giudiziarie sia stata adottata, frettolosamente, prendendo sostanzialmente a base il reticolo provinciale, non certo più recente di quello giudiziario, e che, per molti versi, verrà a mancare la indispensabile, perfetta coincidenza tra circondari di tribunale e territori che esprimono domanda di giustizia, sollecita soluzioni normative volte a sganciare l’ordine forense dal tribunale, nel senso di avere dislocati sul territorio ordini forensi in numero maggiore rispetto ai tribunali”.
Antonio Citera