tifosi-nocerinaSalerno. “Nessuna minaccia ai giocatori. Volevamo soltanto che i giocatori e il tecnico facessero un gesto eclatante per dare voce ad un’ingiustizia subita dai tifosi”. Queste le parole degli ultras nocerini a seguito del derby Salernitana-Nocerina disputato ieri tra le mura dell’ Arechi a Salerno.

“La nostra era una forma di protesta pacifica, con tanto di magliette con slogan – afferma la curva sud nocerina – a seguito di un provvedimento da parte della Prefettura che, non curante dei diritti della tessera del tifoso, ha emesso un insulso provvedimento facendo disputare il match a porte semichiuse. Avevamo anche condiviso il provvedimento della Questura disposto per l’organizzazione di bus in trasferta a Salerno, ma quando abbiamo presentato domanda ci è stato risposto che il termine era scaduto”.

“Domenica abbiamo chiesto con cori pacifici alla squadra di non giocare – continuano gli ultras – per andare contro un’ingiustizia subita ai nostri danni, ma la Nocerina calcio, per evitare sanzioni, squalifiche e non correre il rischio di mandare in fumo i contributi annuali ha pensato bene di scendere in campo, facendo ricadere su di noi la colpa che ora veniamo apostrofati come teppisti, violenti e mafiosi. Se avessimo voluto essere – concludono i tifosi della curva – davvero violenti ci saremmo recati a Salerno nonostante il divieto”.

 

E dunque, dicono gli ultras, «noi all’esterno del San Severino Park Hotel (la sede del ritiro della squadra, ndr) c’eravamo». E «non abbiamo minacciato nessun tesserato. È stato semplicemente chiesto al mister e alla squadra un gesto eclatante, che facesse parlare l’Italia intera e che scuotesse il sistema. Un gesto che desse voce all’ingiustizia subita dai tifosi a cui preventivamente e senza alcuna prova d’appello è stata negata la trasferta». Quella messa in atto, insomma, è una «protesta civile: visto che se avessimo voluto essere davvero violenti ci saremmo recati a Salerno malgrado il divieto».

I tifosi, in particolare, sottolineano di avere tutti la Tessera del tifoso e, quindi, di avere «il totale e sacrosanto diritto di assistere a questa partita» e invitano a chiedere agli stessi giocatori se siano stati minacciati.