Il numero di persone che decide di lasciare il paese nativo, specialmente del Sud, aumento di gran misura, infatti solo dalla zona meridionale italiana sono 2,7 milioni di persone ad aver abbandonato la propria abitazione per trovare un futuro lavorativo altrove. È stato uno studio realizzato dal Svimez sull’economia del Mezzogirono 2013 presentato giovedì mattina.
Riguardo all’anno 2011 si sono trasferiti dal Mezzogiorno al Centro-Nord circa 114 mila abitanti. Per la provenienza, in testa per partenza la Campania, con una partenza su tre; 23.900 provengono dalla Sicilia, 19.900 dalla Puglia, 14.200 dalla Calabria. In direzione opporta, da Nord a Sud, circa 61mila persone, che rientrano nei luoghi ‘origine, soprattutto Campania, Sicilia e Puglia, in tutto 41 mila. La regione che attrae maggiormente sotto un punto di vista lavorativa è senza dubbio la Lombardia, capace di soddisfare il desiderio di lavoro dei giovani e non solo, in quanto nel 2011 ha accolto in media quasi un migrante su quattro, seguita poi dal Lazio.
Anche l’estero rimane un meta ambita che non viene per niente messa da parte, questo lo confermano i 50 mila, 10 mila in più rispetto al 2010, in decisa crescita rispetto a dieci anni fa, quando erano 34mila.
Ma ad emigrare all’estero non sono i meridionali: solo il 30%, di cui circa uno su tre è laureato. Sono tre i paesi definiti “meta” dagli italiani: Svizzera, Germani e Gran Bretagna.
Il mercato del lavoro italiano continua a deteriorarsi: nel primo trimestre 2013 il Sud ha perso 166mila posti di lavoro rispetto all’anno precedente, 244mila il Centro-Nord. Gli occupati del Mezzogiorno scendono quindi nei primi mesi del 2013 sotto la soglia dei 6 milioni: non accadeva da 36 anni, dal 1977. A livello regionale il tasso più alto si registra in Abruzzo, il più basso in Campania, dove lavora solo il 40% della popolazione in età da lavoro.
In base a questi dati colui che prende parola è il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della presentazione del “Rapporto Svimez 2013 sull’economia del Mezzogiorno”:
“Il Rapporto affida alla comune riflessione un quadro inquietante delle condizioni economiche e sociali del Mezzogiorno: dalle analisi che vengono proposte emerge con chiarezza come le conseguenze negative della crisi economica in atto si ritrovino amplificate nel contesto delle regioni meridionali, con il diffondersi di gravi situazioni di disagio.”