“Dovevamo essere una cinquantina, il fatto che si sia dovuto ricorrere ad una sala più grande è segno che il Pd non voglia morire”. Così esordisce il sindaco e vice ministro alle Infrastrutture Vincenzo De Luca alla convention del Partito Democratico conclusasi poche ore fa al Grand Hotel di Salerno. A fare da banco al lungo intervento di De luca la virata verso l’ala renziana del partito di centrosinistra.
“Io mi vergogno per il caos delle liste elettorali – continua De Luca – Poi i due mesi, la rincorsa ai grillini: un gruppo dirigente allo sbando. Direi ad Epifani: come puoi presentare una lista di persone selezionate in base a logiche di gruppi, sottogruppi, correntistiche? quando vi decidete a dare vita ad un partito che abbia la sua dignità?”
Poi De Luca a gamba tesa: “Mi sono rotto le scatole di fare il soldato per consentire a voi di fare i capi di partito. Non darò loro un minuto della mia vita e della mia militanza. Renzi per me non è la certezza, ma una possibilità di portare un pò di aria fresca. Io non ho certezze, ma so che questo gruppo dirigente è un gruppo di anime morte: prima se ne va e meglio è. Il partito invece deve essere un luogo di crescita e formazione. Oggi è ridotto a niente. Su questo Renzi dovrà fare un ragionamento: se non lo farà sarà criticato. Questo partito fatto di doppiezze per me è diventato intollerabile”.
“Io credo – continua il Sindaco – che dobbiamo dare vita ad una forza politica seria,nuova, in cui le correnti siano smantellate e in cui il gruppo dirigente nazionale sia rappresentato dai territori, non dai burocrati. Credo di aver dato anche troppo ad un gruppo dirigente che non merita nulla: faccio questa scelta rimanendo un uomo libero. Domenica prossima – conclude De Luca -e l’8 dicembre andiamo a votare: invito quelli fra noi che stanno riflettendo su quella che è oggi la realtà, a mobilitarsi“.
Foto e articolo di Clemente Donadio
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