Si avvicina la fine dell’anno, è tempo di tredicesime. Per il 2013, però, le tredicesime sono ancora in fase di stallo. Tra pensionati e lavoratori dipendenti, saranno poco più di 33 milioni gli italiani che percepiranno la tredicesima. La cifra complessiva che finirà nelle loro tasche si aggira attorno ai 37 miliardi di euro. Invece, sembrano essere a rischio le tredicesime dei lavoratori dipendenti delle piccole imprese.
Un operaio specializzato con un reddito lordo annuo di poco superiore ai 21.000 euro riceverà una tredicesima più “sostanziosa”: l’aumento sarà di appena un euro rispetto a quella dell’anno scorso. Un impiegato con un reddito lordo annuo di oltre 25.600 euro sarà più fortunato perché riceverà ben 2 euro. Infine, un capo ufficio con un reddito lordo annuo di quasi 50.000 euro non beneficerà di alcun aumento.
Il volume complessivo delle tredicesime che fra qualche settimana verranno erogate ai pensionati e ai lavoratori dipendenti, secondo la stima della Cgia, dovrebbe essere pari a 37 miliardi di euro. Questa somma garantirà alle casse dell’Erario un gettito di oltre 9,5 miliardi di euro.
“L’auspicio – afferma Bortolussi, segretario della Cgia, – è che una buona parte di questi 37 miliardi vengano spesi per rilanciare i consumi interni. Mai come in questo momento gli artigiani e i commercianti hanno bisogno di veder ripartire la domanda interna. Senza nessuna inversione di tendenza, anche questo Natale rischia di essere all’insegna del rigore, con ripercussioni molto negative sui bilanci dei lavoratori autonomi. Ricordo che per molte attività le vendite nel periodo natalizio incidono fino al 30/40 per cento del fatturato annuale”.
A livello regionale, la concentrazione più rilevante di coloro che incasseranno la tredicesima mensilità si registra, chiaramente, in Lombardia, con poco più di 6 milioni di persone. Segue il Lazio, con oltre 3 milioni di percettori e il Veneto, con quasi 2 milioni e 900 mila destinatari.
Se per i pensionati non dovrebbero esserci problemi, la stessa cosa non può essere affermata per i lavoratori dipendenti del settore privato. Memore di quanto è successo negli ultimi anni, Bortolussi segnala: “Non siamo in grado di dimensionare l’entità del fenomeno. Tuttavia, abbiamo la percezione che molti imprenditori potrebbero trovarsi in difficoltà nel pagare le tredicesime. Da sempre il mese di dicembre presenta una elevata concentrazione di scadenze fiscali e contributive. Detto ciò, è possibile, considerata la scarsa liquidità a disposizione, che molti decidano di onorare gli impegni con il fisco e di posticipare il pagamento della tredicesima, o di una parte di essa, mettendo in difficoltà, loro malgrado, le famiglie dei propri dipendenti”.