Salerno. Lo scandalo dei falsi tesseramenti in seno al PD di Salerno, su cui è aperto un fascicolo d’inchiesta da parte della Procura Antimafia di Salerno, sta destabilizzando gli animi all’interno della Segreteria Provinciale che cerca di difendersi dalle accuse lanciate in questi ultimi giorni. Il segretario Landolfi, sconcertato e amareggiato, si dice sicuro della trasparenza e della lealtà nella gestione del Partito.
“Non possiamo accettare che si dica che l’ombra della camorra è sulle primarie del Pd o che ci sarebbero i clan sulle tessere. – afferma Landolfi – Non solo perché non é così, ma perché facciamo politica esattamente per combattere queste cose. Se ci sono fatti che dobbiamo chiarire – continua – o su cui occorre fare luce, siamo a disposizione, come sempre, anche perché siamo i più interessati a fare chiarezza. Se, invece, sul piano politico, c’è qualcuno che vuole far commissariare la Federazione lo dica più esplicitamente, piuttosto che provare a intimidire chi non ha una posizione politica “gradita”. Mi pare di poter dire, però, fin da ora, – conclude – che è poco morale che ad agitare il fango verso il partito, siano quelli che vivono uno status che dovrebbe indurli a smorzare i toni”.
Dichiarazioni di rabbia quelle espresse da Landolfi spiazzato da quanto sta accadendo. L’inchiesta, condotta dal pm Vincenzo Montemurro, tende a stabilire la provenienza di alcune tessere in bianco targate PD e, risalenti al tesseramento del 2012. Il Sostituto Procuratore, sta cercando di capire come e, a cosa sarebbero servite le tessere che con la firma di Pier Luigi Bersani, erano pronte per essere usate. Varie le ipotesi, dalla collusione con ambienti di camorra al voto di scambio, dalla manipolazione e macchinazione di persone, al controllo assoluto dell’apparato del PD su tutta la Provincia. Per ora sono supposizioni che col passare delle ore potrebbero prendere forza o, scoppiare in una bolla di sapone. Intanto l’inchiesta va avanti, e dopo la deposizione di ieri del coordinatore nazionale dell’area Cuperlo Patrizio Mecacci che, non ha portato a nessun esito, nei prossimi giorni saranno sentiti altri esponenti del vertice di Partito. Da chiarire anche i risultati ottenuti da Renzi nelle Convenzioni di domenica sia in provincia che nella città capoluogo.
Antonio Citera