vinoAnche quest’anno, la Campania si classifica all’ottavo posto tra le regioni italiane produttrici di vino, con Benevento a detenere la più grande area coltivata, la maggiore produzione di vino e la maggior superficie di vini doc coltivata: sono questi i risultati dell’analisi della viticoltura campana realizzata in occasione del Convegno Espositivo Viticoltura Enologia in programma a Padova il prossimo 12 dicembre.

La nostra regione si conferma quindi all’ottavo posto grazie ad una superficie vitata di 25.871 ettari ed un valore medio produttivo di 1.747.000 ettolitri (dall’analisi delle vendemmie degli ultimi 5 anni).

In ogni caso, l’offerta di vino di qualità è piuttosto limitata: i vini comuni rappresentano infatti il 70,7% mentre i vini DOC che raggiungono appena il 17,8% ed i vini IGT l’11,6%.

Il principale vitigno della regione risulta essere l’Aglianico nero che raggiunge il 28% della superficie, anche se la fama della Campania è legata ai vini bianchi: la Falanghina, secondo vitigno regionale con il 12%, il Malvasia Bianca di Candia al 5%, il Greco di Tufo al 4% con una produzione vinicola completamente DOC ed il Fiano con il 3%, anche’esso quasi tutto a denominazione di origine controllata. Tra i vitigni neri, diffusi sono anche il Barbera ed il San Giovese, entrambi al terzo posto come coltivazione ma con una bassa penetrazione DOC al loro interno.

In particolare, nella provincia di Salerno il vitigno più diffuso è il Barbera nero con 115 ettari.

Chiara anche la classifica dei vini DOC della regione: il Sannio domina la produzione con il 32% del totale, al secondo posta la Falanghina del Sannio ed al terzo il Greco di Tufo.

“Il settore vitivinicolo campano vive una fase di forte dinamismo con una filiera che sta cambiando, sia in risposta a un contesto normativo sempre più complesso e a un mercato sempre più competitivo, sia in virtù della rapida e continua evoluzione di tecniche e tecnologie applicabili in vigneto e in cantina. Il prossimo Convegno Espositivo Viticoltura Enologia di Padova in programma il 12 dicembre mette a disposizione a tutti gli operatori del settore una giornata di relazioni tenute da docenti universitari, ricercatori ed esperti del settore per ricevere l’adeguato aggiornamento tecnico sulle sfide che oggi pone il mercato come sostenibilità, l’internazionalizzazione e la protezione della territorialità del prodotto. Un appuntamento di particolare importanza ed interesse per il mondo vitivinicolo italiano come è attestato dalla presenza ufficiale dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) e dal patrocinio di numerosi consorzi di tutela” ha commentato Costanza Fregoni, coordinatore tecnico dell’evento.

Inoltre, la vendemmia 2013 è stata ritardata di almeno dieci giorni rispetto all’anno precedente a causa di un’estate fresca con precipitazioni copiose che si sono presentate anche a settembre, accompagnate anche da episodi di grandine: la qualità dei vini si prospetta perciò con buon livello qualitativo per i vini a bacca bianca, mentre aspettative minori ci sono per i vini a bacca rossa. La produzione finale di vino è data in aumento del 10% rispetto al 2012 per una produzione che si dovrebbe attestare a 1.747.000 ettolitri.
Dal punto di vista delle imprese, infine, il settore vinicolo campano ha visto una notevole riduzione delle aziende sul territorio che, secondo le stime ISTAT nel periodo 2000/2010 sono passate da 86.085 a 41.624 con una superficie vitata a disposizione per singola azienda che aumenta da 0,3 a 0,5 ettari, in linea rispetto a una media nazionale di 1,6.