Cava de’ Tirreni. Il sipario rosso del Premio Li Curti, la rassegna teatrale in vesti invernali dedicata al re della risata Antonio De Curtis, in arte Totò, si è aperto nella serata del secondo giorno del nuovo anno.
I fedeli della rassegna e nuovi amanti che hanno riempito la stupenda sala del Social Tennis Club, hanno ammirato la Compagnia Teatrale Polimnia, un cast completamente al femminile per omaggiare la donna e le sue arti, ma al tempo stesso i suoi difetti che molte volte la rendono insicura e debole.
Con la messa in scena di “m’ Amo NON m’Amo” la regista Mirka Quercia ha raccontato la psiche femminile in un connubio di gesti e parole: dalla percezione negativa che una donna ha di se stessa all’ironica accettazione di pregi e difetti di un corpo non giovanissimo. Il tutto realizzato grazie a tre attrici che interpretano tre aspetti della donna moderna: Lizzy, ex modella che, tormentata dal desiderio di rimanere giovane, ricorre ogni giorno alla chirurgia plastica; Rossy, depressa per aver concentrato la propria vita sulla carriera perde di vista se stessa; e infine Cla, l’eterna fanciulla con poca avvenenza e poca attrazione verso gli uomini.
Lo spettacolo si articola in un complesso giro di monologhi, realizzati e sceneggiati dalla regista e Rossella Califano, collegati dall’arte danzata dalla bravissima ballerina ospite Anna Staiano sulle musiche originali di Marco Abbro. Monologhi che nel primo atto hanno visto la troppa emozione delle attrice riscontrando pochi applausi spontanei e poche risate rispetto a quanto un monologo della Littizzetto dovrebbe provocare. Ma se il primo atto non ha suscitato l’interesse di quanti erano in platea, il secondo ha visto l’energia della donna tirata fuori dalle tre attrici, più cariche di prima. La determinazione della donna in carriera, l’ironia dell’eterna fanciulla e la spensieratezza depressiva della maniaca della plastica riprendono in mano il palcoscenico e tutto il pubblico.
Regista, sceneggiatrice e coreografa, Mirka Quercia ha saputo gestire e supportare la propria compagnia facendola esplodere poi nel vero talento del teatro: prima di divertire il pubblico è l’attore stesso a doversi divertire.
L’avranno capito in un secondo momento ma meglio tardi che mai. Il genere femminile alla riscossa ha messo in atto tutte le capacità che una donna può avere, dai problemi fisici ai problemi psichici, dagli avvenimenti inaspettati a letto all’amore inaspettato, dalle delusioni lavorativa a quella amorosa. Tutto questo durante due ore di messa in scena.
Se lo scopo della regista è stato quello di valorizzare la figura femminile figura femminile da ogni lato e da ogni angolo, anche se la terra è tonda, ci è riuscita pienamente.
Articolo e foto di Clemente Donadio
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