Si è tenuta questa mattina davanti al GUP Dolores Zarone, la prima udienza del processo Chernobyl che ,vede imputate 39 persone per un presunto traffico di rifiuti tossici interrati anche in alcune località del salernitano e nel Vallo di Diano. Un processo che, cominciato a Santa Maria Capua Vetere, fu trasferito al tribunale di Salerno per non competenza territoriale. Un iter lunghissimo che, secondo il parere di noti esperti, rischia di essere prescritto come già avvenuto per altri procedimenti simili. Un processo che vede come parte civile: Legambiente, Coldiretti, le Province di Napoli, Caserta e Salerno, la Regione, il Codacons Campania, l’Adiconsum, il comitato “Ponte Barizzo” di Capaccio, la comunità montana “Alto e Medio Sele“, il consorzio di bonifica “Vallo di Diano-Tranagro“, i comuni di Sala Consilina, Sassano, Casalbuono, Monte San Giacomo, Montecorvino Rovella, Teggiano, Polla, Santomenna, Castelnuovo di Conza, San Rufo, Sant’Arsenio, San Pietro al Tanagro, Atena Lucana. Intanto, il PM Ceglie che ha seguito il caso dal primo momento, ha optato per la richiesta del rinvio a giudizio dei 39 imputati, mentre la difesa, continua a ribadire che, “il fatto non sussiste” perché i rifiuti non sarebbero pericolosi e quindi chiedono il proscioglimento per i loro assistiti.“ Un botta e risposta che secondo alcune indiscrezioni, darebbe ragione ai secondi. Staremo a vedere. La prossima udienza è stata fissata per il 20 di febbraio prossimo.
Antonio Citera