Salerno. Il Teatro Genovesi Salerno presenta Diego De Silva & The Peanuts e Antonella Valitutti in ‘Le Donne coi vestiti a fiori’, domenica 2 Febbraio 2014 – ore 19,00.
“C’innamoriamo di minuzie, di riflessi in cui vediamo l’altra persona come pensiamo che nessuno l’abbia mai vista e mai la potrà vedere, e custodiamo questi attimi di unicità in forma d’immagine, anche se negli anni sbiadisce; ma è a quell’immagine che chiediamo aiuto quando il nostro sentimento vacilla e dubitiamo di amare, allora la richiamiamo, e ci basta (quando ancora l’immagine è viva) ritrovare quel modo di bere a canna, tenendo la bottiglia distante dalle labbra, perché l’amore torni a insinuarsi e si riaccenda, rimettendo a posto le cose, disponendole intorno a noi nell’ordine rassicurante in cui ci siamo abituati a vivere, e ci lasci dove siamo, reprimendo di schianto i progetti di fuga a cui avevamo già cominciato a lavorare.” (tratto da Diego de Silva “Mancarsi”, Einaudi, Torino, 2013)
CAST: Diego De Silva, Antonella Valitutti, Lorenzo Maffia, Max Maffia, Johnny Sessa
Note di regia
“Le donne coi vestiti a fiori” non è un solo un reading e non è semplicemente un concerto. E’ molto di più di tutto ciò. E’ un viaggio attraverso le emozioni che si trasformano in parole, le voci che lasciano poi alle canzoni, i sentimenti che diventano sguardi e toccanti silenzi.
In “Le donne coi vestiti a fiori” si ride, ci si commuove, si riflette, si canta, ci si ritrova, ci si perde… (Licia Amarante)
Lo spettacolo “Le donne coi vestiti a fiori” (prima nazionale, 3 Maggio 2013 – Teatro Ghirelli di Salerno) parte da un titolo evocativo dell’ultimo romanzo dello scrittore Diego De Silva “Mancarsi”; al tempo stesso si raccolgono al suo interno i frammenti della trilogia del famoso avvocato Malinconico: “Non avevo capito niente”, “Mia suocera beve” e “Sono contrario alle emozioni”. Si tratta di un viaggio che parte, come dice lo scrittore, dal tema centrale dell’amore, per poi guardare all’abbandono, il fallimento, il dolore e la rinascita. Uno “sfiorarsi” continuo tra musica e parole, ricorda la regista Licia Amarante, dove la riflessione è segnata dal sorriso, quando ad un tratto parte una canzone che ci evoca ricordi, immagini ed emozioni. Nel libro “Mancarsi” De Silva scrive:
“C’è una foto che Irene ha scattato con gli occhi, un frammento, una di quelle istantanee dov’è condensata tutta la tenerezza per qualcuno che abbiamo amato o amiamo ancora, e che si acquattano nella memoria per la vita. A volte è una sequenza, altre un’immagine, un fotogramma qualsiasi, un movimento spezzato, una smorfia (debolezza, forse vergogna), un gesto piccolissimo che non possiamo raccontare a nessuno (e non perché non vogliamo ma perché non sapremmo neanche come cominciare, e se pure ne fossimo capaci preferiremmo non farlo).
Magari in quei lampi della memoria la persona con cui abbiamo scelto di passare parte della nostra vita non era nemmeno cosí bella come sappiamo può essere; eppure è lí che ne conserviamo l’essenza, perché è stato allora che l’abbiamo vista cosí inaspettatamente smascherata e se stessa; è in quell’istante che tutto è avvenuto. Forse lei non lo sa neanche, intanto recita la parte che crede sia quella che ci ha attratto, e noi teniamo il segreto per tutto il tempo in cui restiamo insieme, l’amiamo di nascosto in un certo senso, perché poi nessuno è in grado di spiegare di cosa è fatto l’amore che prova; le qualità etiche e anche quelle estetiche non c’entrano poi molto con i legami che si stringono per anni, le case, i figli, tutti gli investimenti collaterali (non c’entrano neanche con le separazioni, in fondo), e quando ce lo domandiamo («Ma tu perché mi ami?») e stiamo a sentire la risposta, rimaniamo per forza un po’ delusi, quasi vorremmo replicare: «Dài che puoi fare di meglio, dimmi chi sono», perché non è di semplici complimenti, per quanto sinceri, che in quel momento andiamo alla ricerca, ma di qual cosa di piú intimamente effimero che ci descriva nell’immaginazione dell’altro. Vogliamo che la persona che amiamo ci dica d’essersi innamorata di noi perché un giorno, senza neanche pensarci, l’abbiamo toccata in un punto in cui non sapeva di essere sensibile, come certe carezze che arrivano molto in fondo per conto loro.”
E come una carezza lo spettacolo “Le donne coi vestiti a fiori”- titolo che ci regala un’immagine perfetta della sensualità femminile – avvolge il pubblico, lasciando al viaggiatore una porta aperta verso i ricordi, le canzoni, le sue emozioni, così come la bella scrittura deve saper muovere.
Gli spettatori conoscono i protagonisti Irene e Nicola, dalla voce di Diego De Silva e dell’attrice Antonella Valitutti, perfetta interprete di questa storia d’amore – scrive la giornalista Daniela Trotta nella bella recensione apparsa su la Gazzetta di Salerno del 4 maggio 2013 – che non può essere semplice perché è giocata sul tentativo di nascondere ciò che è in superficie. Colonna Sonora dello spettacolo e linea guida evocative-musicale sono le note del trio salernitano “The Peanuts”: alle tastiere Lorenzo Maffia, alla chitarra Max Maffia, la voce quella di Johnny Sessa.
La grafica di “Le donne coi vestiti a fiori” è di Luigi Avallone.
La foto del cast è di Nino Aleotti.