Salerno. L’aplomb è quello istituzionale di sempre con l’aggiunta però di una nota di entusiasmo maggiore. Renato Schifani arriva a Salerno da presidente de il “Nuovo Centro Destra”. La cornice è quella dell’Hotel “Mediterranea” il pubblico folto è composto in massima parte da amministratori locali e notabili politici in cerca di identità, pochissimi i simpatizzanti. Tra i relatori il presidente dei circoli Giuseppe Esposito, il consigliere regionale Giovanni Baldi, il sottosegretario alla difesa Gioacchino Alfano e quello allo sviluppo economico Simona Vicari.
“La nostra è una scommessa – esordisce Schifani nel suo intervento – nella quale abbiamo creduto. Abbiamo mosso le acque, senza tradire la nostra reale identità. Siamo contenti che anche altri ci abbiano in qualche modo seguiti” Il riferimento é all’intervista di Casini comparsa questa mattina sul quotidiano “la Repubblica” in cui il leader dell’Udc annuncia il rientro nel centrodestra. “Dopo tanti anni di tentennamenti – sottolinea- ha obbedito alla logica dell’appartenenza. Ben venga Casini; i veri fautori di una nuova idea di politica italiana però siamo noi.”
L’innovazione secondo Schifani è un surrogato di nuovismo in salsa populista.
“Le scelte devono venire dal basso. Devono essere i cittadini a poter scegliere i propri rappresentanti”.
Non mancano riferimenti ai propri trascorsi con il Cavaliere
“Non rinnego il mio impegno passato. Chi circonda ora Berlusconi ha generato una svolta estremista. Noi siamo un partito di governo e non di lotta. Nel 2013 all’indomani delle elezioni – argomenta – ero dell’idea che dovevamo stare all’opposizione. Fui battuto all’interno del partito ed accettai il governo delle larghe intese. Sei mesi dopo però non si può cambiare idea perché nel frattempo é intervenuto l’accanimento giudiziario. La persecuzione nei confronti di Berlesconi c’è sempre stata e sempre ci sarà, purtroppo. Questo non può essere il motivo per la caduta del governo”
Riferimenti anche al leader dei democratici Matteo Renzi
“Al segretario Del Pd dico Basta. La riforma della legge elettorale é avviata. Ora bisogna solo rilanciare il governo Letta.
Non mancano stilettate nei confronti della presidente della Camera Laura Boldrini, colpevole a suo dire di non aver tutelato le regole della democrazia.
“É inaccettabile che non sia stato permesso ad alcuni colleghi di intervenire nella discussione del testo in commissione. Se vengono violate le regole il nostro Paese non esiste più”.
Poco prima Schifani al suo arrivo, incalzato dai giornalisti, si era soffermato sulla legge elettorale: “É un testo – aveva detto l’ex presidente del Senato – su cui si dovrà lavorare ancora a lungo. Occorrono dei miglioramenti”
Netto il passaggio sulle preferenze
“É necessario che le persone possano votare i propri eletti. Insisteremo sempre sulle preferenze” nessuna dichiarazione sulla questione del doppio incarico del sindaco e viceministro Vincenzo De Luca. “Sono questioni locali e poi ci ha già pensato la magistratura”.
Ad aprire i lavori verso le 11 è stato il senatore Giuseppe Esposito che da subito ha puntato tutto sui numeri del neonato partito
“97 amministratori – ha detto orgoglioso- hanno già aderito alla nostra formazione; 116 sono invece i circoli già operativi sul territorio ma entro la fine di febbraio contiamo di arrivare a 350”
Solidarietà al presidente Giorgio Napolitano ed alla collega di partito Nunzia De Girolamo
“Entrambi sono stati vittime di attacchi vili da parte della politica e dei mass-media”
Attaccamento al territorio e salvaguardia dei rapporti con gli elettori sono stati i temi portanti degli interventi di Baldi, Alfano e Vicari. Il secondo in qualità di sottosegretario alla difesa non ha mancato di sottolineare l’interessamento da parte di tutto il governo alla vicenda dei due Marò italiani a tutt’oggi ancora detenuti in India in attesa di giudizio.
Strette di mano, presentazioni e qualche piccola provocazione, c’è chi ha invitato qualcuno dei presenti ad uscire dalle relative giunte in virtù del cambio di casacca, hanno fatto da sfondo alla presentazione di un partito che di realmente nuovo sembra avere solo il nome. “Siamo pronti a giocare la nostra partita fino ai supplementari ed oltre” a conclusione del proprio intervento ha chiosato Schifani in un sussulto estremo di enfasi che proprio non gli appartiene.
In platea qualcuno mormora “E’ morto Giorgio Straquadanio” Di fronte alla sorpresa dell’interlocutore che ignora chi sia la persona passata a miglior vita, l’uomo aggiunge “E’ stato un parlamentare molto vicino al Cavaliere Silvio Berlusconi”.
Il futuro all’insegna del passato la corsa del “Nuovo Centro Destra” a Salerno può iniziare.
Raffaele de Chiara
Foto di Francesco Marino
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