Dopo la caduta del collezionista di cariche Inps, il presidente di un colosso pubblico come l’Inail che gestisce 10 miliardi di entrate, un miliardo e 400 milioni di utile, quasi 4 di avanzo, 27 miliardi di riserve tecniche, si deve dimettere per un gigantesco conflitto di interesse ben più grave di Mastrapasqua. A chiederlo sono Adusbef e Federconsumatori.
Il prof. Massimo De Felice, infatti, è stato nominato all’Inail dalla signora ministro Elsa Fornero, nonostante un gravissimo conflitto di interessi con banche ed assicurazioni per aver ricoperto tra gli altri, l’incarico di consigliere di amministrazione di Intesa Vita, (gruppo Intesa Sanpaolo); membro dell’organismo di vigilanza di Alleanza assicurazioni; membro del Consiglio di amministrazione e dell’organismo di vigilanza di Fondi Alleanza SpA; oltre ad aver svolto attività di consulenza e di formazione presso Aip, Alleanza assicurazioni, Ania (l’associazione tra le imprese assicurative), Banca del Piemonte, Cisalpina Previdenza, Groupama, Isvap, La Fondiaria assicurazioni, Ina, Ina Sim, Ras, Poste Vita, gruppo Reale Mutua, Sara, Sai, Unipol GF.
Un conflitto di interessi in piena regola per De Felice, come rincara oggi Valentina Conte, che ha cercato di schermare in un’apposita società Alef, di cui de Felice possiede un terzo, essendo il resto diviso in parti uguali tra altri due soci, anche loro professori di matematica finanziaria), come una vecchia conoscenza dei frodati dai derivati tossici appioppati dalle banche, Carlo Domenico Mottura, nominato proprio da De Felice a presidente dell’Oiv, l’organismo indipendente di valutazione delle performance dell’Inail per il triennio 2013-2016.
Visionando sul sito i clienti eccellenti di Alef degli ultimi anni, si trovano i maggiori colossi assicurativi, che dalla liberalizzazione tariffaria hanno aumentato le tariffe del 254%: Alleanza Assicurazioni, Cisalpina Previdenza, Reale Mutua, Sai, Sara assicurazioni, Unipol, Gruppo Fondiaria-Sai, FinecoVita, Capitalia Vita, Poste Vita, Groupama, Eurizon, Generali, Unicredit Vita, Ras Gruppo Zurigo e l’Ania per chiudere in bellezza.
Dall’altra parte, grazie ad Alef, una srl da 52 mila euro di capitale sociale, una decina di dipendenti, buona liquidità (1,2 milioni in cassa nel 2012) e quasi cinque milioni di giro d’affari, il professor De Felice mantiene vive tutte le sue preziose consulenze, coltivate in oltre vent’anni di attività di Alef. La visura camerale dice invece che Alef ed Evabeta srl (società informatica anche questa sul citofono del palazzo di viale Regina Margherita) sono ancora partecipazioni attuali. Assai remunerative, c’è da pensare, se il reddito del professore era pari a 812.057 euro nel 2011, l’anno prima dell’incarico Inail che ora gli frutta 137.823 euro.
Inoltre Alef, ha valutato contratti strutturati, per INASgr, per Generali Asset Management, per Po Vita, per Poste Vita e per RomaVita, per CNP Capitalia Vita, per Sara, per la Banca del Gottardo, per HSBC Bank, per ABN Amro; ha certificato l’hedge accounting (IAS39) dei contratti derivati di Fidis Retail Italia; Alef ha svolto attività di consulenza per Alleanza Assicurazioni, ANIA, Assicurazioni Internazionali di Previdenza, Banca del Piemonte, Banca di Roma, Cassa depositi e prestiti, Cisalpina Previdenza, Eurizon, Fondiaria Assicurazioni, Generali Asset Management, Gruppo Zurigo, HSBC Bank, Ibm-Semea, IMI, INA, INASgr, Isveimer, Itainvest, Mefop, Omnitel, Poste Vita, RAS, Reale Mutua, RomaVita, Sace, SaceBT, SAI, Sara, Sviluppo Finanziaria, Towers-Perrin Tillinghast, Unipol Gruppo Finanziario.
Il professor Carlo Domenico Mottura, ordinario di Matematica finanziaria e di Modelli di risk management all’Università degli studi “Roma 3″, socio fondatore della società MTM Advisors, società di consulenza e assistenza nei contratti finanziari, specie contratti derivati e strutturati, assieme al suocero Andrea Monorchio, ex Ragioniere generale dello Stato dal 1° settembre 1989 al 30 giugno 2002, nel periodo in cui la dottoressa Maria Cannata diventava direttore della Direzione del debito pubblico in seno al Dipartimento del Tesoro.
Mentre la disoccupazione giovanile supera il 42%, ed i giovani che non vogliono subire i ricatti di contratti di lavoro truffaldini a 600 euro al mese, sono costretti a prendere la strada dei loro nonni e bisnonni emigrando all’estero, è intollerabile che i De Felice di turno, possano ricoprire plurime cariche in palesi conflitti di interesse con banche, assicurazioni e soggetti privati, rubando il futuro ad intere generazioni.