Con l’aumento del prezzo dei carburanti di 0,29 centesimi al litro, la CGIA denuncia che in Italia si ha il livello di tassazione sulla benzina più alto d’Europa.
A fronte di un costo medio alla pompa di 1,721 euro al litro, tra accise e Iva pagheremo 1,041 euro. Quest’ultimo importo è pari al 60,5% del prezzo alla pompa. Nessuno in Europa può contare su un’incidenza del fisco così elevata. La media dell’Unione europea si ferma al 46,3 per cento, ben 14,2 punti in meno del dato medio italiano.
La situazione migliora leggermente se si analizza il gasolio per autotrazione. Con un prezzo medio al litro che ha raggiunto 1,640 euro, in termini assoluti il “peso” del fisco raggiungerà 0,916 euro, pari ad una incidenza del 55,8% sul prezzo alla pompa. In una situazione peggiore della nostra troviamo solo la Croazia, con una incidenza del 60,6%, il Regno Unito, con il 57,7% e la Svezia, con il 57,3%. La media europea è del 47,9%, 7,9 punti in meno del dato medio Italia.
L’analisi, redatta dall’Ufficio studi della CGIA, ha messo a confronto il prezzo alla pompa della benzina verde e del gasolio per autotrazione dei 28 Paesi dell’Unione europea al 27 febbraio 2014.
“Rispetto al 2013 – segnala il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi – l’incremento medio che nel 2014 una famiglia italiana subirà con un’auto a benzina che percorre mediamente 15.000 Km all’anno sarà di 13 euro. Per un’autovettura alimentata a gasolio, invece, l’aggravio sarà di 17 euro. Si tratta di aumenti tutto sommato abbastanza contenuti che, tuttavia, sarebbe stato meglio evitare per dare un segno di discontinuità rispetto al passato”.
Inoltre, rispetto al 2013 il prezzo dei carburanti nel 2014 subirà sia l’aumento delle accise (dal 1° marzo) sia quello dell’Iva (avvenuto già nell’ottobre scorso).