Il nuovo tributo formalmente istituito dalla Legge di stabilità, ovvero la Tasi, che va a sostituire l’Imu sull’abitazione principale. I Comuni avrebbero tempo fino alla fine di aprile per deliberare le tariffe 2014 ma pare ormai quasi certo che, nella migliore tradizione, il termine slitterà a fine luglio, complice il fatto che in oltre quattromila comuni nel weekend del 24-25 maggio i cittadini saranno chiamati a votare oltre che per le Europee anche per il rinnovo delle amministrazioni municipali e motivi di opportunità politica suggeriscono che siano le giunte risultate dalle urne a decidere su un argomento tanto delicato.
Finora i capoluoghi che hanno già approntato le delibere sono molto pochi. Le due principali città del Paese però sono in dirittura d’arrivo: a Milano la giunta guidata da Giuliano Pisapia ha deciso le aliquote e si appresta alla discussione in consiglio comunale; a Roma l’assessore al Bilancio Daniela Morgante ha preannunciato le intenzioni del Campidoglio.
Interessante il confronto con l’Imu pagata nel 2012, ovvero con l’imposta formalmente abolita. A Milano chi ha reddito inferiore a 21 mila euro non paga mai più di quanto ha versato con l’Imu mentre chi ha redditi superiori e una casa del valore tra 400 e 800 euro spenderà più per la Tasi che per l’Imu. A Roma per gli appartamenti con rendita fino a 400 euro la Tasi è meno conveniente dell’Imu. Nella lettura dei dati della tabella bisogna però tenere presente che l’Imu è calcolata con l’ipotesi che non vi siano figli conviventi, mentre l’imposta prevedeva una detrazione da 50 euro per ogni figlio.