Approvato il Ddl Delrio sulle province, convertita così in legge con 260 voti favorevoli, 158 contrari e 7 astensioni.
Le città metropolitane prendono dunque il posto delle province a partire dal I gennaio 2015.
Le Province verranno private delle loro funzioni e, in attesa della riforma del Titolo V e della loro definitiva abolizione, gli organi non saranno più eletti dai cittadini. Ancora, incentivi per promuovere le unioni e fusioni di Comuni. Sono solo alcuni dei punti salienti della nuova legge.
10 saranno le città metropolitane: oltre a Roma Capitale che per il suo status ha una disciplina speciale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria.
Le citta’ metropolitane dall’1 gennaio 2015 subentrano alle Province omonime e succedono ad esse in tutti i rapporti attivi e passivi e ne esercitano le funzioni nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica e degli obiettivi del patto di stabilita’ interno. Tempi diversi sono previsti per Reggio Calabria, commissariata dal 2012: la citta’ metropolitana non entra in funzione prima del rinnovo degli organi del Comune ed e’ costituita alla scadenza naturale degli organi della Provincia. Il ddl, che da’ attuazione alle citta’ metropolitane gia’ previste dalla Costituzione ma mai decollate, le pensa come enti di secondo grado. Tra le altre, hanno funzioni legate a: pianificazione territoriale generale, mobilita’ e viabilita’, promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale e dei sistemi di informatizzazione e digitalizzazione.
A dirigere poi il nuovo ente ci sarà il Sindaco Metropolitano, che sarà’ di diritto il sindaco della città’ capoluogo a meno che lo statuto non ne decida l’elezione diretta, che pero’ richiede apposita legge elettorale e la divisione del Comune capoluogo in piu’ comuni.
Altri organi della città’ metropolitana sono il consiglio metropolitano e la conferenza metropolitana.
Nella fase di transizione le Province sono enti di secondo grado che mantengono le funzioni di area vasta ed esercitano le seguenti funzioni: di pianificazione riguardo a territorio, ambiente, trasporto, rete scolastica.
Torna ad essere inclusa tra le funzioni la gestione dell’edilizia scolastica e il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità’ sul territorio provinciale.
Con la redistribuzione di funzioni e personale tra Regioni e Comuni, e solo in piccola parte alle Province, viene redistribuito sia il patrimonio, sia il personale con lo stesso compenso. Le funzioni che nell’ambito del processo di riordino sono trasferite dalle Province ad altri Enti continuano ad essere da esse esercitate fino all’effettivo avvio dell’esercizio da parte dell’ente subentrante.
Sono organi delle Province il presidente, il consiglio provinciale e l‘assemblea dei sindaci, ma tutti questi incarichi sono esercitati a titolo gratuito. Gli organi non sono più’ eletti dai cittadini.
Il presidente della Provincia e’ eletto dai sindaci e dai consiglieri dei Comuni della Provincia. Il Consiglio provinciale, che e’ composto da un numero di membri differente a seconda del numero degli abitanti, e’ eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei comuni della Provincia. L’assemblea dei sindaci e’ composta dai sindaci dei Comuni appartenenti alla Provincia. E’ previsto che entro la fine del 2014 il nuovo meccanismo elettivo di secondo livello porti all’elezione del nuovo presidente e dei nuovi organi.
E’ prevista l’abolizione del livello politico elettivo con l’immediato addio al Consiglio provinciale. In attesa della costituzione dei nuovi organi, il presidente della Provincia e la Giunta restano in carica, ma a titolo gratuito, per l’ordinaria amministrazione fino all’insediamento del presidente eletto secondo il nuovo meccanismo e comunque non oltre il 31 dicembre 2014. Laddove le Province sono commissariate, il commissariamento e’ prorogato fino al 31 dicembre 2014.
Per le Regioni a statuto speciale vale, come sempre, disciplina autonoma.
In merito alla neo legge commenta il deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, Edmondo Cirielli: “Oggi siamo di fronte a un grande imbroglio, perché le Province non saranno eliminate, ma sarà tolto il potere ai cittadini di scegliersi i presidenti provinciali e i consigli conferendo questo potere alla casta. Non ci sarà alcun risparmio effettivo, ma aumenterà il caos burocratico, con un crollo verticale della qualità e della quantità dei servizi di competenza provinciale, come le scuole superiori e le strade provinciali”.