imageDonne e tecnici. Sono questi gli aspetti principali su cui ha puntato il governo di Matteo Renzi per il ribaltone al vertice delle aziende pubbliche o controllate dallo Stato.

All’Eni arriva la coppia Emma Marcegaglia come presidente e Claudio Descalzi come amministratore delegato, mentre all’Enel salgono Patrizia Grieco presidente e Francesco Starace ad. Confermate le indiscrezioni di Repubblica.it, sull’arrivo di Mauro Moretti alla guida di Finmeccanica con Gianni De Gennaro rieletto presidente. Alle Poste, mister agenda digitale Francesco Caio, come ad, con Luisa Todini alla presidenza. A Terna, per il momento, è certo soltano il presidente: anche in questo caso si tratta di una manager donna, Catia Bastioli; mentre per l’amministratore delegato serve ancora un giorno di riflessione.


Una vera rivoluzione, dopo nove anni (nel caso delle Poste dodici) governate più o meno dalle stesse prime linee. Il premier Matteo Renzi e i suoi uomini più fidati lo avevano promesso: sarà una doppia rivoluzione, perché ci saranno molti volti nuovi e ci saranno tante donne manager. E così è stato. Dal consiglio dei ministri è arrivata anche una indicazione per il taglio ai compensi, partendo dai presidenti. Verrà proposto alle assemblee di Enel, Eni, Poste e Finmeccanica che il compenso annuo sia fissato nella cifra di 238mila euro annui lordi. Ma non mancano i conflitti di interesse come quello di Emma Marcegaglia. 

Scelte non facili e sicuramente dibattute. Come dimostra il fatto che annunciata per la chiusura delle Borse – attorno alle 18 – l’ufficialità è arrivata soltanto dopo le 20.30. E come dimostra anche l’aver rinviato ogni decisione sulla poltrona di amministratore delegato di Terna. Così come è difficile non pensare che sia stato questo il tema dell’incontro avvenuto nel pomeriggio tra il capo dello Stato, Giorgio Napolitano e l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni.

Per Eni ed Enel, il governo ha scelto la strada della continuità aziendale. I due nuovi ad vengono dall’interno delle due aziende dove hanno svolto buona parte se non tutta la loro carriera. All’Eni c’è l’attuale capo della divisione Esplorazione&Ricerca Claudio Descalzi. In pratica, l’uomo che ha guidato i tecnici che vanno in giro per il mondo a cercare nuovi giacimenti di gas e petrolio. Lo affiancherà Emma Marcegaglia, già presidente di Confindustria.

Lo stesso per Enel. Alla presidenza sale un volto nuovo, Patrizia Grieco, attuale presidente di Olivetti, già manager di Siemens informatica. Nel ruolo operativo, il governo ha chiamato Francesco Starace, al momento amministratore delegato di Enel Green Power. Segno che l’ex monopolista si proietterà sempre di più non soltanto sui mercati emergenti, ma anche sullo sviluppo delle nuove fonti di energia “verdi”.

Per le Poste, si profila un futuro sempre più legato alla digitalizzazione della pubblica amministrazione: sembra questa la ratio che ha portato alla scelta di Francesco Caio, già ai vertici di Indesit, ma soprattutto di Cable&Wireless colosso inglese delle tlc. Caio era stato nominato dal governo Letta responsabile del progetto Agenda Digitale. Con lui alla presidenza ci sarà Luisa Todini: imprenditrice dell’omonima famiglia di costruttori: è stata parlamentare europea di Forza Italia che l’ha poi indicata anche per l’attuale consiglio di amministrazione della Rai.

Infine, il capitolo Finmeccanica. Come anticipato da Repubblica.it, arriva Mauro Moretti, attuale ad di Ferrovie. Renzi lo avrebbe voluto alla guida del ministero dello Sviluppo economico. Non è un caso, allora, che il premier ne abbia tenuto conto per il vertice del principale gruppo industriale italiano, con i suoi oltre 70mila dipendenti tra holding e società controllate. Alla presidenza verrà riconfermato Giovanni De Gennaro, l’ex capo della polizia. Per la sostituzione di Moretti alle Ferrovie, il sottosegretario Graziano Delrio ha detto che la scelta arriverà fra pochi giorni. Ma in pole position sembra esserci un uomo dell’azienda, ovvero Michele Mario Elia attualmente amministratore delegato di Rfi.

L’eventuale nomina di Moretti avrà ricadute anche sul piano di rilancio di Finmeccanica. L’ad delle Ferrovie è destinato a prendere il posto di Alessandro Pansa, l’ex direttore finanzario del gruppo per oltre dieci anni che era stato chiamato dal governo Monti a succedere a Giuseppe Orsi, finito in carcere con l’accusa di corruzione internazionale per l’appalto di 12 elicotteri AgustaWestland venduti al governo indiano.

Pansa ha riportato in utile il gruppo e ha varato un piano industriale che prevede l’uscita dai settori “civili”. Dopo aver venduto alla Cdp Ansaldo Energia, avrebbe voluto mettere sul mercato anche le controllate nei Trasporti ferroviari. AnsaldoBreda e Ansaldo Sts. Cosa accadrà ora con Moretti che proprio da quel settore proviene? Proseguirà nel piano di vendita per ridurre il debito o cercherà di rilanciarlo per costruire una filiera nazionale?