Salerno. Riflettori puntati sul crollo di piazza della Libertà che risale al luglio del 2012, quando nel settore 2 si verificò il cedimento di 12 pilastri.
La relazione del perito Augenti rivelò, poi, che tutto il cantiere è ancora a rischio, perché anche negli altri “spicchi” si notano quadri fessurativi ricorrenti. Ecco perchè dallo scorso dicembre scattarono i sigilli.
Ora finiscono a processo imprenditori e dirigenti pubblici che secondo gli inquirenti hanno causato con la loro imperizia il cedimento. I sostituti procuratori Mariacarmela Polito e Guglielmo Valenti hanno firmato per dieci persone il decreto di citazione a giudizio, che “salta” il vaglio dell’udienza preliminare e fissa al 26 settembre la data di inizio del processo.
Gli imputati sono il progettista
Vincenzo Nunziata, il collaudatore
Massimo Della Casa, gli imprenditori
Armando ed Enrico Esposito della Esa costruzioni che stava realizzando i lavori, i professionisti
Sergio Delle Femine (in quanto direttore operativo delle strutture) e
Marta Santoro (direttore dei lavori dal febbraio 2012), il funzionario comunale
Antonio Ragusa che ha sostituito nel ruolo di responsabile unico del procedimento l’ex capo dell’ufficio tecnico
Lorenzo Criscuolo (anche lui indagato), il direttore tecnico della Esa,
Gilberto Belcore, e il vecchio direttore dei lavori
Paolo Baia.
Gli ultimi tre sono accusati anche di aver messo in pericolo la pubblica incolumità con le visite guidate che, per volere del sindaco, furono organizzate nel cantiere nel settembre del 2010. Tutti (a eccezione di Nunziata e Della Casa, a cui è contestata solo la rovina di edificio) rispondono inoltre di un avvio dei lavori che secondo la Procura fu disposto anzitempo, prima che gli atti progettuali fossero depositati al Genio civile, chiamato ad esprimersi sui cantieri che si aprono in zona sismica.
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