Salerno. Colpo di scena, ieri al processo per reati ambientali che vede coinvolte le Fonderie Pisano: il titolare è accusato di emissione di fumi tossici nell’aria. Inaspettatamente, però, Comune e Provincia non si sono costituite parte civile nonostante gli annunci e le richieste dei cittadini e del comitato Salute e Vita.
Luigi Pisano, intanto, ha chiesto il patteggiamento della pena. Il Comitato Salute e Vita, basito per l’assenza inattesa delle istituzioni, continua, dunque, la sua battaglia e giovedì 12 giugno alle ore 18.30 terrà presso la propria sede chiesa “la Rotonda di Fratte” in via dei Greci, un’assemblea pubblica con la cittadinanza.
“Invitiamo chiunque voglia darci un a mano – annuncia il Comitato – per ottenere la delocalizzazione delle fabbriche inquinanti e la liberazione del territorio a partecipare per restituire la speranza di un futuro certo alle giovani generazioni innanzitutto, ma a tutti i cittadini. Attendiamo risposte in tempi rapidi e valuteremo giovedì in assemblea la strada da intraprendere innanzi all’indifferenza di alcune Istituzioni che ribadiamo crea grande indignazione e sconforto, ma che non farà abbassare al guardia alla voglia di cambiare al nostra realtà”.
Sulla mancata costituzione in parte civile del Comune di Salerno nel processo a carico di Luigi Pisano interviene l’assessore all’Ambiente Gerardo Calabrese, che chiarisce: “Il relativo decreto di citazione a giudizio non è stato mai notificato a questo Comune, ma esclusivamente alla Regione Campania-Assessorato all’Ambiente. Da notizie ufficiali acquisite in data odierna presso la cancelleria del Giudice competente si è appreso che l’udienza è stata rinviata al 22 settembre 2014, senza pregiudizio alcuno per la costituzione di parte civile per il Comune”.
Inoltre l’esponente della Giunta De Luca fa notare come “laddove l’amministrazione comunale è stata individuata quale parte offesa dal P.M.: procedimenti penali n. 7997/2004, n. 8281/2006 e n. 2558/2010, sempre a carico di Luigi Pisano, ha compiutamente provveduto alla relativa costituzione di parte civile nei procedimenti penali ed all’inoltro delle costituzioni in mora per il risarcimento danni in sede civile. Pertanto, le notizie apparse sui predetti organi di stampa, sono da considerarsi pretestuose e non veritiere, unicamente tese a mistificare la realtà mediante alterazione dei fatti e dei loro presupposti nel tentativo infruttuoso di strumentalizzare la vicenda”.
In merito, poi, alla presunta sottovalutazione da parte dell’assessorato comunale all’Ambiente dei dati parziali trasmessi nei giorni scorsi dall’Arpac, Calabrese precisa che “tali dati, seppur significativi, non sono sufficienti a giustificare l’emanazione un’ordinanza di chiusura dell’impianto, che difficilmente supererebbe il vaglio di legittimità amministrativa. L’amministrazione comunale, in ogni caso, resta in attesa di ulteriori dati analitici delle prove effettuate sui campioni di suolo prelevati nel piazzale delle Fonderie Pisano”.
Quanto, infine, all’ipotesi di delocalizzazione dell’impianto nel sito individuato per la realizzazione dell’inceneritore Calabrese ammette che “tale ipotesi non è percorribile in quanto l’area, oltre a non essere idonea, risulta indisponibile“.
Non si lascia attendere, la replica dello stesso comitato alle dichiarazioni dell’assessore Calabrese: “In tutte le occasioni, sia nell’incontro ufficiale con il comitato Salute e Vita e l’Assessore all’ambiente Calabrese tenutosi nel mese di Marzo, sia nell’incontro ufficiale di aprile del Comitato con il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, abbiamo consegnato nella mani dell’assessore Calabrese i capi d’imputazione relativi al processo in oggetto e su questo procedimento l’assessore ha garantito e annunciato la costituzione di parte civile dell’Ente, pertanto al di là della non notifica da parte della procura, lo stesso e l’amministrazione comunale erano ampiamente informati del processo”, spiega il portavoce Lorenzo Forte.
“Inoltre ricordiamo – aggiunge Forte – per cronaca che la notizia è stata annunciata su tutti i giornali e le televisioni che hanno sempre annunciato e confermato la costituzione di parte civile del Comune di Salerno senza che ci sia mai stata una smentita da parte dell’Ente”.
Secondo il comitato, la possibilità che il 22 settembre il Comune possa ancora costituire come parte civile, esiste solo perchè il giudice monocratico Cantillo non ha aperto il dibattimento, in quanto il difensore di Pisano, Scarlato, ha formulato la richiesta di patteggiamento che non si è conclusa in quanto era assente il PM Olivieri titolare delle indagine, ma se lo stesso fosse stato presente, si sarebbe concluso e non ci sarebbe più stata la possibilità da parte del Comune di costituirsi parte civile.
Circa la mancanza di presupposti e dati che permetterebbero al Comune di Salerno di fare un ordinanza di chiusura dell’impianto delle Fonderie, ancora, il Comitato ribadisce di non aver mai chiesto alla stessa amministrazione di fare questa ordinanza, ma semplicemente di prendere provvedimenti ad horas in quanto i dati forniti dai rilevamenti dell’Arpac, definitivi per quanto riguarda i sedimenti del Fiume Irno che riportano valori di metalli pesanti e idrocarburi al di sopra di gran lunga dei valori previste dalla legge a valle della Fonderia, e quelli parziali relativi all’aria e alla presenza di PM 10 al di sopra dei limiti di legge.
“L’assessore Calabrese – continuano dal Comitato – è troppo preso dallo studio burocratico delle carte e poco attento alle preoccupazioni delle persone che ogni giorno vivono una situazione precaria esposti ad agenti inquinanti che mettono a rischio la salute degli stessi. In merito alle accuse mosse dallo stesso assessore che afferma che le nostre dichiarazioni sono da considerarsi pretestuose e non veritiere, unicamente tese a mistificare la realtà mediante alterazione dei fatti e dei loro presupposti nel tentativo infruttuoso di strumentalizzare la vicenda, rimandiamo al mittente le accuse ribadendo che sia necessaria una discontinuità su come è stata gestita attualmente la politica ambientale e di tutela in questa città, ricordando che siamo la quinta città d’ Italia per sforamenti relativi alle polveri sottili di PM10, e riaffermando la necessità di sostituirlo revocando la delega all’ambiente all’assessore che conferma con questa nota la nostra tesi, ovvero di essere eccessivamente attento alla burocrazia trincerandosi troppo spesso dietro le carte e poco alle persone, mostrando una scarsa sensibilità politica ambientale chiara, fatta di scelte politiche volte alla salvaguardia della salute dei cittadini”.
Il Comitato ha concluso, chiedendo, infine, a che punto siano gli impegni presi nel mese di aprile da parte dell’amministrazione comunale dal sindaco e dall’assessore (tra cui gli studi sull’amianto che erano stati annunciati e gli esiti alle richieste di collaborazione con il ministero della Salute).
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