Il voto del 25 maggio non è stato uno tsunami solo per l’Italia. Ha investito l’intero continente. Sconvolgendo equilibri consolidati da anni e patti stretti negli ultimi mesi. Ha sospinto l’Unione verso il mare dell’incertezza: l’intero quadro dei futuri vertici istituzionali dell’Ue sono infatti ancora da concordare. A cominciare dal nuovo presidente della Commissione.
Eppure c’è un nome, rimasto fino ad ora segretissimo, su cui i leader europei hanno iniziato a confrontarsi per la successione del portoghese Barroso. E che per molti potrebbe rappresentare la vera soluzione per uscire da un’impasse sempre più evidente. Si tratta del francese Pascal Lamy, ex direttore del Wto (l’Organizzazione mondiale per il commercio) ed ex capo di gabinetto di Delors quando l’economista francese approdò nel 1985 proprio alla presidenza della Commissione europea. La sua candidatura è ormai al centro di tutte le trattative. Anzi, questa ipotesi è stata già esaminata in modo del tutto ufficiosa nel corso dell’ultimo G7 che si è tenuto la scorsa settimana a Bruxelles.
Per molti, anche per il premier italiano Matteo Renzi, potrebbe rivelarsi la carta migliore per convincere la Gran Bretagna di Cameron ad accettare più miti consigli.