Sono stati resi pubblici gli atti del processo alla cosiddetta P3 che nel 2010 tentò di bloccare la candidatura alla Regione di Stefano Caldoro. Dagli audio delle intercettazioni si capisce il sistema di dossieraggio e accordi sottobanco per mano di un gruppo interno al Pdl formato dal sindaco di Pontecagnano Ernesto Sica, l’imprenditore Arcangelo Martino, l’ex sottosegretario Nicola Cosentino, il senatore Denis Verdini, tutti attualmente imputati.
La decisione di estromettere Caldoro dalla competizione in favore di Cosentino, ma anche dello stesso Sica, nasce da una lotta di potere interna al partito di centrodestra. Dalle telefonate viene fuori una rete di sabotaggi che parte con un falso dossier su Caldoro (a cui si attribuivano frequentazioni omosessuali), che tuttavia non compromise la sua candidatura. Implicato nella vicenda anche l’ex Assessore di Pontecagnano Vincenzo Accettullo, incaricato da Sica di diffondere online le false notizie su Caldoro.
Dopo che i vari tentativi di pressione sul partito non ottengono l’effetto sperato, Martino e Sica decidono di appoggiare Vincenzo De Luca nella corsa a Governatore della Campania attraverso la formazione di liste civiche in ogni provincia. Come ammette lo stesso Sica “Dicevo così, escludendo la mia candidatura a presidente dall’altra parte, io, forse, non avete capito una cosa, la lista civica a sostegno dell’altra parte la faccio, questo è certo, ho parlato anche con i miei, punto”.
Dalle intercettazioni gli inquirenti hanno ricostruito la stesura del dossier, le minacce ai vertici del partito e la delusione di Sica quando la sua candidatura sfuma definitivamente.