Entro il 16 ottobre, in 5.601 Comuni si dovrà pagare l’acconto del 50 per cento della Tasi. Si tratta delle amministrazioni che non hanno fatto in tempo a deliberare le aliquote di propria pertinenza entro li 25 maggio scorso (quelle che ce l’hanno fatta, sono solo 2.178). Ne restano fuori, ormai, solamente 200, che dovranno deliberare entro fine novembre, e in cui si verserà l’imposta, in un’unica soluzione, a dicembre.
Sono soggetti al pagamento della tassa, tra gli altri, i proprietari di prime case, ovvero dell’abitazione nella quale il proprietario sia anagraficamente residente e domiciliato (anche l’immobile abitato dall’ex moglie, laddove lo disponga il giudice, è prima casa). Laddove l’abitazione sia data in affitto, all’inquilino spetta il versamento di una quota compresa tra il 10 e il 30 per cento dell’importo complessivo stabilita dal comune; l’inquilino non è tenuto a pagare nel caso in cui il contratto di locazione sia inferiore ai sei mesi.
I Comuni hanno la facoltà di aumentare fino ad un massimo dello 0,8 per mille l’aliquota base (2,5 per mille) ma solo per quest’anno, ed è stata vincolata alla previsione di opportune detrazioni compensative; queste sono completamente a discrezione dell’amministrazione comunale (possono essere legate al numero dei figli, alla metratura, al quartiere e via dicendo).