Salerno. Controlli rafforzati al porto e all’aeroporto di Salerno da parte delle forze dell’ordine, come riporta il Mattino.
A confermare un rafforzamento dei controlli è stato il Prefetto vicario di Salerno, Giovanni Cirillo, che da ieri ha assunto ad interim la guida della Prefettura, in attesa che il governo provveda alla nomina del successore di Gerarda Pantalone, ormai Prefetto di Napoli.
“Stiamo pianificando le nostre attività – ha spiegato Cirillo, Presidente della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale per le province di Salerno, Avellino, Benevento, Caserta e le regioni Molise e Basilicata – attenendoci alle direttive che ci ha fornito il ministero dell’Interno e stiamo aggiornando anche il piano anti terrorismo, adottato dal 2007, intensificando i controlli anche sul porto e l’aeroporto. Ma, prima d’ora, non abbiamo mai avuto il sentore di una possibile presenza di cellule terroristiche sul nostro territorio e, tantomeno, tra i profughi che sono sbarcati nei mesi scorsi in città. Ad ogni modo, continueremo a monitorare costantemente la situazione in collaborazione con le forze dell’ordine”.
Il Questore di Salerno, Alfredo Anzalone, ha voluto chiarire come la parola allarme non sia appropriata. “Parlerei più di maggiore attenzione – ha detto – ed è per questo che stiamo rafforzando i controlli su una serie di obiettivi potenzialmente sensibili”.
Cirillo ed Anzalone hanno preso parte ieri alla presentazione del rapporto sulla protezione internazionale in Italia, redatto da Anci, Sprar, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e la collaborazione dell’Unhcr – che si è tenuta ieri mattina a Palazzo Sant’Agostino.
“Salerno – ha affermato Oliviero Forti, responsabile Immigrazione della Caritas Italiana – è stato un modello non solo nell’accoglienza ma anche nell’integrazione dei profughi, arrivando anche a sperimentare la coabitazione con nuclei familiari della zona, come avvenuto nella diocesi di Teggiano-Policastro. Quello che è stato fatto qui – ha proseguito – può certamente rappresentare un modello da esportare in altre realtà italiane dove abbiamo riscontrato delle difficoltà nel processo di integrazione”.
Per Forti la possibilità che tra i profughi sbarcati possano nascondersi dei potenziali terroristi, non ha finora trovato alcuna evidenza. “Ma – ha sottolineato – queste verifiche spettano alle forze dell’ordine, con le quali abbiamo sempre collaborato in modo proficuo. Noi ci occupiamo di gestire i flussi migratorie di queste persone che fuggono dai conflitti che, come hanno dimostrato anche i fatti francesi, nascono nei Paesi di provenienza di queste persone. Il nostro rapporto, fotografa proprio questa situazione di conflitto diffuso ormai su scala globale che sta distruggendo intere aree del Mondo, producendo profughi che devono necessariamente trovare sbocchi negli stati europei che possono garantire tutela e sicurezza. La chiusura di Mare Nostrum, frutto di scelte politiche italiane poco gradite in Europa, era l’unica possibilità per fuggire. Ora che tutto questo è venuto meno, i viaggi della speranza diventeranno più difficili e costosi. E se ci saranno nuovi naufraghi – ha avvertito – sarà per colpa di questa situazione e dell’assenza di una legislazione nazionale in materia”.