Salerno. “Chiediamo lo stato di calamità naturale non solo per il Comune di Capaccio-Paestum, ma per tutta la costa cilentana, per Pisciotta, Palinuro-Centola, Sapri. Per tutti quei Sindaci che si sono trovati a dover fronteggiare questa emergenza con scarsissime risorse”.
Così ha parlato oggi in Prefettura il Presidente della Provincia, Giuseppe Canfora, nel corso del vertice in relazione all’emergenza maltempo che ha colpito la Piana del Sele.
Hanno preso parte all’incontro l’Autorità di Bacino Campania Sud ed Interregionale per il bacino del fiume Sele, i Sindaci della Piana del Sele, l’Arcadis, il Genio Civile, il Corpo Forestale dello Stato, i Vigili del Fuoco, le Forze dell’Ordine.
“Il nostro – rimarca Canfora – è un territorio martoriato da frane, esondazioni, allagamenti, smottamenti. La provincia di Salerno vive una drammatica tragedia. Siamo comunque presenti sul territorio, per quel poco che la Provincia può fare in questo momento, alla luce delle scarsissime risorse che abbiamo. All’incontro doveva esserci anche l’Assessore Cosenza che è stato trattenuto per un consiglio regionale. Sicuramente ci incontreremo nuovamente per avere anche lui al nostro tavolo. Sono ancora tante le problematiche da discutere”.
Presente anche il Sindaco del Comune di Capaccio, Italo Voza, che ha dichiarato: ”Italo Giulivo, Direttore generale Lavori Pubblici e Protezione Civile della Regione Campania ha aperto un tavolo tecnico da lunedì in poi permanente in Regione per il progetto di quindici milioni di euro che il Comune di Capaccio ha presentato per mettere definitivamente in sicurezza gli argini del fiume Sele, a destra e sinistra del Sele. Questo progetto ha già tutti i pareri favorevoli e le autorizzazioni degli enti sovracomunali. Tutti dobbiamo sforzarci per farlo finanziare e avere i fondi speciali per il dissesto idrogeologico in Italia”.
Voza aggiunge: “Lo stato di calamità naturale a Capaccio lo chiedemmo il giorno dopo con una delibera. Abbiamo registrato già quasi trenta richieste di risarcimento da parte di cittadini danneggiati. Per fortuna avevamo subito il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile. Abbiamo così salvato tutti i capi di bestiame (2500 tra bufale e bovini), ma i danni all’agricoltura sono ingenti, oltre a quelli per le abitazioni, soprattutto i primi piani dove il fango ha rovinato mobili e suppellettili”.