Due assenze pesantissime. La settimana corta che avvicina la Salernitana al delicato match di venerdì sera contro il Foggia non si apre nei migliori dei modi per Leonardo Menichini. Il tecnico granata infatti, rischia seriamente di dover fare a meno in un colpo solo di Manolo Pestrin e Maikol Negro. Entrambi erano usciti malconci dalla trasferta di Melfi ma gli esami diagnostici, risultati negativi, avevano fatto ben sperare per entrambi. Il dolore però non ne ha voluto sapere di andar via e continua ad attanagliare i due calciatori.
Se per Negro le percentuali di un possibile utilizzo sono pressocchè nulle, ieri non è nemmeno sceso in campo con il resto della squadra, Menichini spera invece di recuperare quanto meno per la panchina Pestrin. Il capitano ieri ha indossato tuta e scarpe da ginnastica provando a correre ed accelerare sotto lo sguardo vigile del dottor Leo. Il mediano ha fatto capire che vuole esserci a tutti i costi ma in casa granata c’è apprensione, soprattutto per una possibile ricaduta che potrebbe costargli le prossime sfide, specie quella con la capolista Benevento fra due domeniche.
Menichini, nonostante le notizie poco confortanti dall’infermeria, ha comunque lavorato e a lungo sulla tattica, esercitando l’intera squadra su varie situazioni di gioco, soprattutto in fase di possesso palla. Al termine della seduta, è bastata una breve partita a campo ridotto per sciogliere le riserve sulla possibile formazione di venerdì. Il tecnico ha dovuto rinunciare a Nalini, fermo per una contusione al polpaccio ma considerato arruolabile per l’anticipo col Foggia. Conferme per il 4-3-3 e per l’intero pacchetto arretrato, con Bocchetti in vantaggio su Franco per il ruolo di esterno sinistro. A centrocampo spazio al trio Bovo-Pestrin-Favasuli mentre in attacco, oltre al rientrante Calil e l’intoccabile Nalini, possibile staffetta Gabionetta – Perrulli, con il brasiliano in leggero vantaggio. Solo panchina invece per Mendicino, carta importante da giocare a gara in corso.
Intanto non arrivano buone notizie per il co-patron del club campano Claudio Lotito. L’imprenditore romano, dopo la nota vicenda con Iodice, da ieri sera non sarà più il delegato federale alle riforme. Una decisione presa dal numero uno del calcio italiano, Carlo Tavecchio, dopo un incontro con Giovanni Malagò, presidente del Coni, e Graziano Del Rio, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo sport. Una sorta di punizione che di certo non fermerà l’attuale presidente della Lazio, pronto a continuare la rivoluzione del calcio italiano.
Sabato Romeo