Giffoni Valle Piana. E’ stata avviata a livello nazionale una campagna di sottoscrizione, volta alla raccolta di firme per proposte di referendum abrogativi e di leggi di iniziativa popolare.
La sottoscrizione avviene su appositi moduli che i comitati promotori delle iniziative inviano direttamente all’Ufficio Elettorale.
Il comitato promotore Salerno Possibile ha provveduto alla consegna del modulo vidimato, con lettera di presentazione dell’iniziativa e con i recapiti dei referenti sul territorio, presso il Comune di Giffoni Valle Piana e altri Comuni salernitani, tra cui Giffoni Sei Casali, Pellezzano, Vietri sul Mare, San Cipriano, Salerno, affinché siano messi a disposizione dei sottoscrittori presso gli uffici comunali.
La data ultima a disposizione per sottoscrivere l’iniziativa è stata fissata dal comitato promotore per il giorno 26 settembre 2015.
Entro il 30 settembre, infatti, dovranno essere consegnati i moduli firmati, certificati ed autenticati, presso la Corte di Cassazione.
E’ possibile prendere visione del testo completo della proposta sul sito di riferimento dell’iniziativa www.possibile.com.
I quesiti proposti vertono su quattro grandi temi: la democrazia e la sovranità popolare, la riconversione ecologica dell’economia, la tutela dei diritti dei lavoratori, la tutela della docenza e dell’apprendimento. Temi, quindi, legati alla riforma elettorale, al Jobs Act, allo Sblocca Italia e le grandi opere, alla riforma sulla scuola.
Questi gli otto quesiti proposti:
– Eliminazione dei capilista bloccati e delle candidature multiple
– Eliminazione della legge elettorale proporzionale con premio di maggioranza, capilista bloccati e candidature plurime
– Eliminazione delle trivellazioni in mare
– Eliminazione del carattere strategico delle trivellazioni
– Superare la politica delle “Grandi Opere”
– Esclusione del demansionamento
– Tutela del lavoratore dai licenziamenti
– Tutela della docenza e dell’apprendimento per una scuola di tutti e non del Preside-Manager
La sfida referendaria consentirebbe di restituire ai cittadini la sovranità che hanno smarrito, rispetto a quanto successo in Parlamento negli ultimi due anni.