Salerno. Rimangono coperte dal segreto istruttorio le dichiarazioni del sindacalista Carmine de Chiaro che nel corso di un interrogatorio fiume avrebbe riportato a galla nuovi dettagli sulla vicenda dell’assenteismo dei dipendenti dell’Ospedale “Ruggi” di Salerno.
Indiscrezioni che pesano perché potrebbero portare a nuovi sviluppi riguardo i servizi di reperibilità del personale medico. De Chiaro, ascoltato per più di un’ora, avrebbe infatti fornito agli inquirenti altri validi elementi su una faccenda che ha scosso la struttura ospedaliera.
Già in passato De Chiaro avrebbe denunciato comportamenti fraudolenti dei dipendenti del “Ruggi”, ma ieri potrebbe aver fornito particolari nuovi rispetto a quelli che hanno portato all’operazione “Just in Time” della Guardia di Finanza.
Dieci le persone colpite dalla misura di interdizione dal lavoro per un anno, ma le indagini, condotte da Corrado Lembo e andate avanti tra i mesi di dicembre 2014 e febbraio 2015 , hanno evidenziato più di 800 infrazioni. Timbravano il cartellino, ma in realtà non si trovavano nel loro reparto. Uscivano a fare la spesa, andavano al mare o al bar a giocare a carte. Al momento di entrare o uscire dal luogo di lavoro, con una certa disinvoltura, timbravano più badge, ricambiando forse il favore fatto loro da altri colleghi. In totale sarebbe almeno il 30% della forza lavoro della struttura sanitaria ad aver frodato l’azienda ospedaliera.
Il danno economico resta ancora da accertare, ma il comportamento illecito era ormai una pratica consolidata presso l’ospedale e si aggiunge allo scandalo degli stipendi gonfiati.
Le indagini, volute dal pm Francesco Rotondo e dall’aggiunto Antonio Centore, hanno dunque evidenziato una sistematica elusione dei sistemi di reperimento e controllo degli operatori sanitari. Le rivelazioni segrete di De Chiaro sono state trasmesse alla Procura e non si esclude l’apertura di un’inchiesta da parte della Corte dei Conti.