Cilento. Testimonianze di vita dell’era preistorica, il Cilento è ancora una volta al centro dell’attenzione da parte della paleontologia mondiale per il suo patrimonio di fossili. La scoperta, rende noto il professore Sergio Bravi, ricercatore presso l’Università Federico II di Napoli e direttore del Museo paleontologico di Magliano Vetere, ha riportato alla luce antichi fossili che provano la presenza in Campania di pesci, crostacei, tetrapodi e piante ancora sconosciute dagli scienziati.
I tre giacimenti rinvenuti nel Parco del Cilento, riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’ Unesco, appartengono all’era cretacica, 90 e 100 milioni di anni fa, e all’era eocenica, 50 milioni di anni. Il ritrovamento di nuovi giacimenti si aggiunge al ricco patrimonio storico e geologico dell’area, valorizzato dalla struttura museale diretta da Bravi, dove vengono esposti reperti e vengono riprodotti gli habitat dell’era Mesozoica del territorio cilentano. Non solo fiori o vegetali, il museo, aperto nel 2009, conserva anche fossili di dinosauri e altri animali estinti milioni di anni fa.
Lo speciale ritrovamento, spiega il professore, è stato possibile grazie ad un lavoro che va avanti da 30 anni e che ha permesso di riprendere gli studi di geologia e paleontologia che in Campania erano stati interrotti per 50 anni. Ora la Campania, ed il Cilento in particolare, è in testa ai siti europei considerati più importanti dagli esperti.