Pagani. I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Salerno, guidati dal Capitano Giuseppe Ambrosone, insieme a quelli del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, hanno sottoposto a sequestro a Pagani, in località Torretta, una cava di oltre 40.000 metri quadrati con gli impianti e le attrezzature, esclusi gli uffici amministrativi.
Dai controlli effettuati, i Carabinieri del NOE hanno individuato violazioni penali in riferimento al Codice dell’Ambiente e hanno rilevato che presso la cava operavano tre società diverse.
L’attività di polizia giudiziaria è stata coordinata dal Sostituto Procuratore, la Dottoressa Mafalda Daria Cioncada, della sezione reati ambientali della Procura della Repubblica del Tribunale di Nocera Inferiore, diretta dal Procuratore Capo Giovanni Francesco Izzo, che ha emesso informazione di garanzia a carico di tre persone, i rappresentanti legali delle società, rispettivamente: per aver installato e attivato in maniera abusiva un impianto di calcestruzzo che produceva emissioni in atmosfera senza autorizzazione; per avere, nell’esercizio dell’attività di frantumazione, stoccato in diversi anni 3.000 metri cubi di rifiuti speciali, depositati alla rinfusa ed esposti agli agenti atmosferici, su un’area sprovvista di pavimentazione e/o sistema di regimentazione delle acque meteoriche e di dilavamento, caratterizzata da nudo terreno, con nessuna tutela delle matrici ambientali, svolgendo un’attività di gestione di rifiuti “stoccaggio”, senza autorizzazione; per aver stoccato da 10-15 anni, nell’esercizio dell’attività di estrazione e commercio di lapidei e autotrasporti, 30.000-40.000 metri cubi di rifiuti speciali, lasciati in disordine ed esposti agli agenti atmosferici, su un’area sprovvista di pavimentazione e/o sistema di regimentazione delle acque meteoriche e di dilavamento, caratterizzata da nudo terreno, con nessuna tutela delle matrici ambientali, effettuando un’attività di gestione di rifiuti “stoccaggio”, senza autorizzazione.
Inoltre il GIP del Tribunale Nocerino, dottor Alfonso Scermino, nel decreto che dispone il sequestro preventivo, ha evidenziato, attraverso il comunicato diramato dai Carabinieri, “che la libera disponibilità da parte degli indagati dell’area di cava in questione possa agevolare la commissione di altri reati della stessa specie e/o consentire di fatto la prosecuzione dell’illecita condotta e/o l’aggravamento delle conseguenze della stessa, sotto il profilo del rischio alla salubrità ambientale”.