Salerno. Dieci minuti, questo il tempo necessario secondo l’ex dirigente dell’Asl di Salerno Maurizio Bortoletti per raggiungere da Scafati l’ospedale di Sarno, ancora meno per arrivare a quello di Nocera Inferiore. Sulla base di questa valutazione dei tempi di percorrenza tra un plesso e l’altro, Bortoletti decise di chiudere l’ospedale di Scafati. Contestato dal sindaco Pasquale Aliberti, ora rischia un processo per falso ideologico.
L’ospedale “Mauro Scarlato” di Scafati venne chiuso in seguito ad una disposizione contenuta nel decreto 49, parte del Piano Attuativo Aziendale approvato dalla Regione Campania. Un piano pensato per risollevare le sorti della rete ospedaliera provinciale e che intendeva tagliare le spese sanitarie dell’Asl di Salerno, tra le più complicate e indebitate d’Italia. Tuttavia, come fece notare fin da subito il sindaco di Scafati, la decisione di chiudere il nosocomio della città era stata presa partendo da una considerazione errata. Non bastano infatti 5 minuti da Scafati per arrivare al pronto soccorso di Nocera Inferiore e non ne bastano 10 per raggiungere l’ospedale di Sarno. Un errore geografico e non solo economico che però ha impedito ai cittadini di Scafati di poter contare su una struttura vicina che potesse garantire le gestione ed il trattamento dei casi più urgenti.
La Procura della Repubblica di Salerno ha notificato a Bortoletti la chiusura delle indagini, partite dalla denuncia di Aliberti, per chiarire tutti i dettagli di una vicenda che ha negato a Scafati il diritto alla salute. “Non chiediamo la modifica del decreto- ha affermato Aliberti- ma almeno la sua correzione”, tanto da permettere all’ospedale di riaprire i battenti. Puntale la reazione di Bortoletti, l’ex direttore venuto da Padova nel 2011 per rimettere in sesto l’Asl salernitana, che ha dichiarato di essere disponibile a fornire agli inquirenti tutte le delucidazioni del caso.