Pescara. Alessio Feniello, padre di Stefano, morto sotto le macerie dell’Hotel Rigopiano, sfoga la sua rabbia. Il nome di Stefano, venerdì pomeriggio, era stato erroneamente inserito nella lista dei sopravvissuti, ma, invece, il giovane non era fra le persone salvate.
Alessio Feniello punta il dito contro le autorità e la mancata possibilità per i clienti dell’Hotel di allontanarsi dalla struttura prima della valanga perché le strade erano piene di neve “Di mio figlio Stefano sono rimasti l’orologio, la catenina e il braccialetto che indosso. Grazie al presidente della Regione, al Prefetto, grazie a chi? A chi devo ringraziare? Dove sono le autorità? In Italia è facile che succedano le cose per poi dire che bisognava pensarci prima. Se non succedono prima le tragedie non si prendono provvedimenti. Ma un quattro stelle doveva avere un gatto delle nevi. Anzi, bastava un trattore dei contadini, che spazzava la neve tutta la notte. Non c’era bisogno di spazzaneve o turbina”.
Alessio Feniello è deciso ad avere giustizia per la morte del figlio £Mi batterò fino alla fine, a costo di vendere tutte le proprietà, pur di avere giustizia. Non voglio denaro, non ne ho bisogno, voglio giustizia”
Nelle prossime ore sarà compiuto l’esame autoptico sul corpo di Stefano che chiarirà le cause della morte del giovane. Al termine degli esami il corpo sarà restituito ai familiari per i funerali. Il sindaco di Valva, Vito Falcone, ha annunciato che in occasione della cerimonia funebre sarà proclamato il lutto cittadino.