L’analisi delle statistiche del match potrebbe far ritenere che il Venezia, autore di una quindicina di tiri verso la porta avversaria e numerosi corner, abbia dominato il match e per mera sfortuna sia stato sconfitto dalla Salernitana.
Niente di più sbagliato. Questa sarebbe un’analisi superficiale. In realtà, nonostante il tanto “movimento” dei veneti, la squadra allenata da Castori è rimasta sempre ben piantata con i piedi per terra, quadrata e compatta come non mai.
Sin dai primi minuti di gioco si è capito che per il Venezia c’era una brutta gatta da pelare sul terreno di gioco. La Salernitana ha dato l’impressione di essere sicura di sé, padrona del campo, e di una spanna superiore agli avversari.
Giocate in verticale e chiusura degli spazi, per impedire ai lagunari di sfondare. Questo il diktat di Castori al gruppo che, a prescindere dal modulo tattico scelto, in questo caso il 3-5-2 con Anderson libero di accentrarsi sulla tre quarti, ha dimostrato ancora una volta di essere duttile.
Ed è così che è maturata la doppietta di Anderson nel primo tempo, al 34′ e 38′, che ha spianato la strada della vittoria alla squadra granata.
Casasola recupera palla e s’invola lungo l’out di destra, serve nei pressi dell’area Anderson, che controlla e batte Lezzerini con un destro preciso sul secondo palo.
Una manciata di minuti dopo arriva il raddoppio. Percussione di Tutino che entra in area e calcia mandando sul palo: il più lesto a ribadire in rete è Anderson, che firma la doppietta che gli vale il terzo centro in campionato.
Nel prosieguo del match, tre clamorose occasioni da gol in ripartenza sprecate da Tutino e Giannetti, anticipati in extremis dai difensori avversari, e l’autogol di Aya al 90′, hanno costretto la squadra di Castori ad una sofferta resistenza nei minuti di recupero.
Alla fine, la squadra di Zanetti (squalificato, sostituito in panchina da Bertolini) non ha demeritato, ma non ha incassato punti scivolando al settimo posto in classifica, mentre la Salernitana ha confermato il ruolo di capolista, braccata dall’Empoli.
Salernitana cinica ma anche superiore agli avversari, tecnicamente e sotto l’aspetto della fisicità. Positiva la prestazione di ogni reparto e incoraggianti le prove fornite dai singoli nel complesso.
La squadra granata è attesa ora dalla difficile trasferta di mercoledì prossimo a Monza, contro una squadra costruita per vincere e che vola sulle ali di quattro vittorie nelle ultime cinque partite.
Ci vorrà la migliore Salernitana della stagione per uscire indenne dallo stadio brianzolo. I calciatori granata dovranno gettare il cuore oltre l’ostacolo, confermando le loro caratteristiche peculiari e vincenti.
di Roberto Trucillo
Venezia Salernitana 1-2 – Il Tabellino
VENEZIA (4-3-1-2): Lezzerini; Mazzocchi, Ceccaroni, Svoboda, Felicioli (77’ Crnigoj); Fiordilino (90’ Capello), Taugourdeau (52’ Karlsson), Bjarkason; Aramu (52’ Johnsen); Forte, Bocalon (52’ Di Mariano). A disp. Pomini, Ferrarini, Molinaro, Vacca, Capello, Modolo, Rossi, St. Clair. All. Bertolini
SALERNITANA (3-5-2): Belec; Aya, Gyombér, Mantovani; Casasola, Capezzi (88’ Cicerelli), Di Tacchio, Anderson (68’ Kupisz), Lopez (68’ Veseli); Tutino (84’ Schiavone), Djuric (88’ Giannetti). A disp. Adamonis, Gondo, Karo, Iannoni, Barone, Bogdan, Antonucci. All. Castori.
ARBITRO: Pairetto di Nichelino (Tardino/Lombardo). IV uomo: Prontera di Bologna
RETI: 34’, 38’ A. Anderson (S), 89’ Aya aut. (V)
AMMONITI: Di Tacchio, Lopez (S), Bjarkason (V)
ANGOLI: 8-2
RECUPERO: 0’ pt, 4’ st.“