Di e con Ascanio Celestini, voci Grazia Napoletano e Luigi Celidonio, musiche Gianluca Casadei, suono Andrea Pesce. Produzione Fabbrica Srl con il contributo della Regione Lazio e Fondo Unico 2021 sullo Spettacolo dal Vivo.
Secondo l’ICOM (International Council of Museums) le 5 funzioni di un museo sono: ricerca, acquisizione, conservazione, comunicazione, esposizione. Come potrebbe essere un museo Pier Paolo Pasolini?
In una teca potremmo mettere la sua prima poesia: di quei versi resta il ricordo di due parole “rosignolo” e “verzura”. È il 1929. Mentre Mussolini firma i Patti Lateranensi, Antonio Gramsci ottiene carta e penna e comincia a scrivere i Quaderni dal Carcere. E così via, come dice Vincenzo Cerami: “Se noi prendiamo tutta l’opera di Pasolini dalla prima poesia che scrisse quando aveva 7 anni fino al film Salò, l’ultima sua opera, noi avremo il ritratto della storia italiana dalla fine degli anni del Fascismo fino alla metà degni anni ’70.
Pasolini ci ha raccontato cosa è successo nel nostro Paese in tutti questi anni”.
Ascanio Celestini ci guida in un ipotetico MUSEO PASOLINI che, attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto, ma anche di chi l’ha immaginato, amato e odiato, si compone partendo dalle domande: qual’è il pezzo forte del Museo Pasolini?
Quale oggetto dobbiamo cercare? Quale oggetto dovremmo impegnarci ad acquisire da una collezione privata o pubblica, recuperarlo da qualche magazzino, discarica, biblioteca o ufficio degli oggetti smarriti? Cosa siamo tenuti a fare per conservarlo? Cosa possiamo comunicare attraverso di lui? E infine: in quale modo dobbiamo esporlo?