Non era con il Napoli che bisognava fare i punti salvezza. Questa frase fatta l’abbiamo sentita più volte, prima, durante e dopo la partita vinta dai partenopei con il risultato di 2-1. Due goal, di Di Lorenzo sul finire del primo tempo e di Osimhen nella ripresa, e uno sforzo appena sufficiente sono bastati alla capolista per avere la meglio di una Salernitana poco incisiva e piuttosto guardinga.
L’imbarcata di 8 goal a Bergamo, probabilmente, ha fatto rivedere un po’ di idee tattiche a Davide Nicola, ma non è bastato. Ma prima di analizzare la partita odierna con la squadra azzurra, dopo una settimana di clamorose decisioni e dietrofront societari, vogliamo fare una riflessione prendendo spunto dalla storia del club granata.
La storia spesso si ripete. Correva l’anno 1999, quando nella Salernitana ci furono due ribaltoni in meno di 24 ore. Dall’esonero di Delio Rossi e l’ ingaggio del suo successore sulla panchina della Salernitana, Francesco Oddo, alle clamorose dimissioni a tarda sera dell’allora presidente granata Aniello Aliberti, costretto con la forza a reintegrare l’ allenatore appena licenziato, dopo essere rimasto vittima di un’aggressione degli ultras nel pomeriggio nella sala stampa dello stadio Arechi.
Le gare successive, con il reintegrato Delio Rossi in panchina, furono un disastro. Il tecnico, infatti, ormai aveva smarrito la bussola ed era in totale confusione, la squadra continuò a perdere punti su punti, in caduta libera e senza paracadute.
Tant’è che l’avvicendamento sulla panchina avvenne diverse giornate più in avanti, quando era ormai troppo tardi e, nonostante la svolta avutasi con l’avvento del nuovo tecnico e le numerose partite vinte, alla fine la squadra granata retrocesse comunque, con un organico di prim’ordine. Il rimpianto di non aver mantenuto il pugno fermo in occasione dell’esonero poi revocato fu fortissimo.
Con questo non vogliamo dire che con Davide Nicola, licenziato e richiamato in 48 ore, la Salernitana rischierà la retrocessione. Vogliamo sicuramente affermare, però, che se questa squadra non vincerà a Lecce nel prossimo match, le similitudini con l’episodio della fine anni ’90 cominceranno ad essere evidenti.
Nelle prossime tre gare di campionato, la Salernitana giocherà in trasferta a Lecce, poi in casa con la Juventus e ancora in trasferta con il Verona. Tre match duri, difficili, decisivi per il prosieguo del campionato. La squadra granata ormai è quasi quartultima a soli sei punti dalla zona retrocessione. Se non riuscirà a prendere almeno 4 – 5 punti in questo trittico, le similitudini con il precedente storico diventeranno impressionanti.
Ci auguriamo, per il bene della Salernitana, che Danilo Iervolino abbia fatto la scelta giusta nel ritornare sui suoi passi e richiamare in panchina l’esonerato Davide Nicola. Certo è che Daniliuc terzino destro e Dia esterno sinistro d’attacco non sono scelte del tutto convincenti. Il difensore centrale, infatti, adattato nel ruolo di esterno destro, ha sulla coscienza errori vistosi di posizione in occasione dei due goal del Napoli e Dia non ha inciso quasi per niente in fase offensiva.
Davide Nicola ha cambiato assetto tattico schierando la squadra con la linea difensiva a quattro. Il modulo iniziale adottato è stato una sorta di 4-3-3 piuttosto camaleontico. Candreva, infatti, arretrava spesso dando man forte al centrocampo e al reparto arretrato. Nella seconda frazione di gioco ha provato, invece, il 4-4-2, ma non è cambiato un granché.
Al Napoli, non brillante oggi, sono bastati un Mario Rui in giornata positiva, un gagliardo Anguissa e i soliti Di Lorenzo e Osimhen per avere la meglio degli avversari, pericolosi solo in una circostanza, sul finire del match. Il gioco offensivo dei granata è stato come al solito deludente.
Ma questo, a dire il vero, non è solo per colpa dell’allenatore. A questa squadra mancano calciatori di qualità, che sappiano giocare a pallone, dotati di un buon palleggio, capaci di saltare l’uomo, a centrocampo e sulla tre quarti. Gli unici calciatori coi piedi buoni, nel reparto centrale, sono Vilhena e Kastanos e, con spirito di adattamento, Valencia che in realtà è un attaccante. Per il resto sono tutti ottimi atleti che corrono per 90 minuti, che hanno buone doti di resistenza e prestanza fisica, ma con scarsa inventiva e poche giocate vincenti.
Se il Presidente Iervolino, quindi, ci tiene alla salvezza della Salernitana, intervenga adesso sul mercato di riparazione rinforzando la squadra con un paio di elementi con le caratteristiche su citate e un forte difensore, vista l’emergenza infortuni in tale reparto, e vigili sull’operato dello staff tecnico da qui ai prossimi tre turni di campionato e se i risultati positivi non arriveranno non esiti a prendere le giuste decisioni. I sentimentalismi e la gratitudine nel calcio non contano nulla.
Salernitana-Napoli 0-2 (primo tempo 0-1)
Marcatori: 45’ + 3’ Di Lorenzo, 48’ Osimhen
Assist: 48’ Anguissa
SALERNITANA (4-3-3): Ochoa; Daniliuc (85′ Sambia), Gyomber (16′ Lovato), Pirola, Bradaric; Candreva, Coulibaly, Nicolussi Caviglia, Vilhena (73′ Valencia); Dia (85′ Bonazzoli), Piatek. A disp: Fiorillo, Sorrentino, Bohinen, Capezzi, Kastanos, Iervolino, Botheim. All: Nicola.
NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Kim, Rrahmani, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Zielinski (86′ Ndombele); Lozano (86′ Politano) , Osimhen (89′ Simeone), Elmas. A disp: Marfella, Sirigu, Bereszynski, Ostigard, Olivera, Zerbin, Demme, Gaetano, Raspadori. All: Spalletti
Arbitro: Chiffi di Padova
Ammoniti: 44’ Kim (N), 75’ Bradaric (S), 78’ Pirola (S)