Nocera Inferiore. Quattro anni fa Achille Mannara aprì la Camiceria Primo Punto a Nocera Inferiore. Dopo dodici anni che lo avevano visto Direttore di produzione di un’azienda del Napoletano, scelse di mettere in gioco esperienza e passione in un progetto tutto suo. Un percorso che l’ha portato a creare un marchio apprezzato e conosciuto, in Italia e all’estero. Un atelier in cui lavora con dodici persone, tra le quali c’è sua madre, Assunta Oliva, la sarta che gli ha tramandato l’amore per il mestiere e che si occupa di rifinire le camicie a mano.
Achille, che si definisce “un piccolo artigiano”, racconta la sua sartoria, in cui sono esposti 6400 tipi di tessuti, ma nessuna camicia cucita. Perché ogni capo viene realizzato su misura per ciascun cliente.
Qual è la particolarità dei suoi capi?
“I miei sono prodotti su misura richiesti personalmente e direttamente dai clienti, i quali hanno la possibilità di scegliere i minimi particolari delle camicie e delle cravatte. Bottoni, colori, tessuti, rifiniture: la cura dei dettagli, che è il mio obiettivo fondamentale, si traduce nella realizzazione di un capo unico perché personalizzato”.
Una lavorazione che richiede precisione e tempo. Il prezzo dei capi è elevato?
“Il costo varia a seconda dei tessuti utilizzati e, in particolar modo, degli elementi aggiuntivi. Ad esempio, le camicie in cotone partono da un costo di 80 euro, una somma quindi accessibile ai più. Considerando, invece, una camicia confezionata per un principe, il suo prezzo può arrivare ai 6500 euro se il capo viene realizzato con tessuti in seta od organza e con bottoni in oro zecchino oppure diamanti. Una delle ultime richieste mi è stata fatta proprio da un sultano che mi ha commissionato la produzione di 180 camicie. Ad ogni modo, il prezzo resta commisurato alla richiesta personale”.
Così ha fatto conoscere il suo marchio anche all’estero?
“Sì, all’estero il mio atelier lavora per sceicchi, sultani, principi degli Emirati Arabi e di San Pietroburgo”.
Mentre in Italia c’è richiesta? Oggi come sopravvive al nostro mercato un piccolo artigiano?
“La crisi non mi aiuta di certo, ma sul territorio nazionale le richieste non sono poche, anzi riesco a conservare la mia clientela abituale, con la quale negli anni si è instaurato un vero rapporto di fiducia che, insieme alla passione, mi ha permesso oggi di progettare l’ampliamento della struttura in una nuova sede, che, in tempo compreso tra gli otto ed i dodici mesi, sarà nella zona industriale di Fosso Imperatore. E questo nuovo traguardo nasce proprio dalla richiesta della mia clientela di realizzare su misura una linea più sportiva che comprenda abiti come i pantaloni”.
Un marchio conosciuto all’Italia e all’estero, una professione fatta di soddisfazioni la sua. La consiglierebbe ad un giovane che vuole entrare nel settore?
“Sì. I costi da sostenere sono minimi, in particolar modo perché i tessuti sono classici e, quindi, non vanno cambiati nel tempo. I capi restano esclusivi sempre dato che a sceglierli è il cliente”.
Perché una persona deve scegliere i suoi capi rispetto a quelli di un’altra sartoria?
“O ti copri o ti vesti” è il mio slogan di vita: se un cliente ricerca in un abito unicità e qualità, nel mio atelier potrà trovarli”.
Chiara Amato