E’ di questi giorni la notizia dell’ennesima stangata sulla casa: già dal 2014, infatti, i sindaci saranno liberi di alzare l’aliquota massima della Tasi oltre il 2,5 per mille (tetto massimo fissato dalla Legge di Stabilità). Tale aumento potrebbe essere in parte compensato dalla reintroduzione di alcune detrazioni, ma nelle casse dei comuni italiani il gettito proveniente dalla Tasi, calcolato per 9 miliardi di euro con il tetto a 2,5, potrebbe salire a 10 miliardi portando l’aliquota a 2,6.
Tale decisione è stata presa al termine della riunione dell’Anci di Firenze, durante la quale i primi cittadini hanno espresso il loro timore in relazione al fatto che l’adozione della nuova tassa per i servizi dei comuni avrebbe portato alle loro casse meno soldi di quelli stimati dalle proiezioni ministeriali. Secondo i calcoli del Sole 24 Ore, ogni punto percentuale di aumento vale 3,8 miliardi di gettito. Aperture in questa direzione sono venute dal ministro per gli Affari Regionali Graziano Del Rio e dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta.
Sul tavolo c’è ora una questione di equità: la Tasi colpirà 5 milioni di abitazioni principali prima esentate e, nel caso in cui si dovesse riuscire a tutelare tali situazioni, per coprire le detrazioni a favore dei redditi più bassi sarà necessario aumentare le aliquote su quelli più alti.