Inizia il periodo di vaccinazione antiinfluenzale e gli esperti dell’Ausi lanciano l’allarme. Secondo Fausto Francia, direttore del dipartimento di Sanità pubblica, il vaccino è un po’ “fuori moda”, ma questo perché “le persone non si rendono conto che l’influenza è una patologia seria: ogni anno abbiamo più decessi per l’influenza che per la meningite, ma la meningite è più rara e fa più paura.”
Il Servizio sanitario regionale offre gratuitamente il vaccino ad alcune categorie di persone. Prima di tutto quelle che rischiano complicazioni, ad esempio bambini che soffrono di asma, tonsilliti ricorrenti, oppure casi più gravi di neoplasie. Stesso discorso vale per gli adulti: cardiopatici, trapiantati, e tutti coloro che hanno malattie croniche. L’iniezione è gratis anche per chi ha più di 65 anni, per le donne in gravidanza, per gli operanti sanitari e socio sanitari, che sono sempre a contatto con persone ammalate.
Anche i dipendenti pubblici possono vaccinarsi gratuitamente, perché rivestono ruoli di pubblica utilità e quindi la loro assenza dal lavoro “paralizzerebbe” alcuni servizi. Chi non è compreso in queste categorie può comunque vaccinarsi, ma dovrà far carico del pagamento.
La composizione del vaccino è determinata ogni anno dall’Organizzazione mondiale della sanità. Quest’anno contiene un nuovo ceppo, perché l’anno scorso quello considerato secondario (ceppo B) aveva mietuto moltissime vittime. I ceppi virali in tutto sono 3, tra cui quello dell’influenza A, H1N1. I vaccini sono 4: tipo split (il più utilizzato da persone non immunodepresse), adiuvato (sopra i 65 anni con patologie di base e sopra i 75 anni) virosomale (per i bimbi tra 6 e 24 mesi) intradermico (per le vaccinazioni a domicilio).