Cava de’ Tirreni. ‘La città deve sapere’: questo è l’eloquente titolo della conferenza stampa tenuta questa mattina dall’ex-vicesindaco dell’amministrazione Galdi, Giovanni Del Vecchio.
Dopo la revoca del suo mandato e a distanza di qualche giorno dall’avvenuto rimpasto di giunta, Del Vecchio si espone pubblicamente attraverso dichiarazioni al vetriolo che infuocano il clima politico già rovente nella cittadina di Cava.
“Io la politica la interpreto come una passione – dichiara nelle prime battute l’ex-vicesindaco – non come un lavoro che mi deve garantire uno stipendio perché di quello non ne ho bisogno per fortuna. Sono sereno anche perché la mia revoca che ha fatto molto rumore in città paradossalmente mi ha molto rafforzato internamente ed esternamente. Il sindaco Galdi ha motivato la sua scelta sostenendo che la riconferma del vicesindaco uscente non avrebbe fatto quadrare gli equilibri. Mi auguro per la città che i giusti equilibri si trovino. Intanto la città muore, o meglio è morta, nell’indifferenza generale…oggi siamo alla deriva morale e quel poco che si fa di buono o quei pochi che fanno qualcosa di buono devono essere azzerati, è il valzer di nomi a cui ho assistito in questi giorni, restando in silenzio stampa.”
“Il mio Vicesindacato – continua – è stato fortemente voluto dal partito, dal commissario provinciale On. Mara Carfagna e dai miei consiglieri di riferimento che facevano parte del gruppo consiliare ‘Forza Cava’ e soprattutto dal Sindaco. Attraverso la mia nomina il Sindaco aveva la possibilità di recuperare credibilità agli occhi dell’opinione pubblica che lo dipingevano come un pupazzo di Cirielli ed essendo io l’anti-Cirielli, la città sarebbe stata contenta di aver recuperato un Sindaco finalmente libero dalle catene e non più ostaggio politico.”
Poi un excursus sulle conseguenze della sua nomina: “Tanti erano coloro che dal primo momento non gradirono la mia nomina, in particolare il presidente del Consiglio, Antonio Barbuti, e il consigliere Marco Senatore, tutti ricordano le loro parole. Passarono i mesi ed io più diventavo sempre più scomodo forse anche al Sindaco, ma di sicuro al Presidente, ad alcuni consiglieri di maggioranza, a qualche dirigente, a diversi dipendenti comunali, forse perché avevo una marcia in più, crescevo troppo politicamente, e soprattutto non facevo politica clientelare come è spesso costume, anche questo la città deve sapere, perché la politica purtroppo è questa.”
“Tornando all’attualità, la crisi politica è stata letteralmente inventata dal Sindaco e dal Presidente, con la regia di una persona vicinissima al primo cittadino che ricopre un incarico di sottogoverno (ma questa ultima è solo una ipotesi) che non hanno esitato a strumentalizzare tutti e tutto per arrivare al loro comune obiettivo: ingresso di Fdi in giunta che significa uscita del sottoscritto dall’esecutivo.”
Velatamente Del Vecchio conferma anche la proposta di un posto in giunta che sarebbe stata indirizzato alla moglie. “Ha cercato anche di farmi accettare questa decisione avanzando proposte indecenti di cui non posso parlare oggi perché coinvolge un’altra persona a me molto cara e vicina, io ho rifiutato perché la dignità non ha un prezzo, non si compra.
“Continuerò con il mio impegno politico – ha concluso – più motivato di prima, cercando di costruire qualcosa di buono, con tutte le persone per bene che vogliono un riscatto della nostra città, sicuro che dietro ogni triste tramonto può affacciarsi un alba migliore.”