Calo del traffico aereo nel 2012. Secondo quanto riportato dall’Istat nel 2012 il traffico aereo da e verso gli scali nazionali ha segnato, dopo un biennio di crescita, una generale flessione: i movimenti di aeromobili sono diminuiti del 3,4% sull’anno precedente, i passeggeri dell’1,3% e le quantità di merci e posta del 4,9%.
Una riduzione che tocca tutte le categorie.
La diminuzione dei passeggeri riguarda sia i voli di linea sia i charter: i passeggeri trasportati su voli di linea calano complessivamente dell’1,3%, ma a diminuire sono quelli dei voli nazionali (-5,3%) mentre aumentano quelli dei voli internazionali (+1,9%). I passeggeri sui voli charter diminuiscono dell’1,1%, la variazione è sintesi di un calo del traffico internazionale (-1,7%) e di un aumento di quello nazionale (+10,8%). Gli aeroporti che registrano i maggiori cali di passeggeri sono Milano Malpensa
(-758 mila, -4%), Roma Fiumicino (-663 mila, -1,8%) e Catania (-628 mila, -9,3%); quelli con i maggiori incrementi sono Treviso – aeroporto parzialmente chiuso nel 2011 – (poco più di 1,2 milioni, pari al +116,2%) e Bergamo (circa 466 mila, +5,5%).
In calo l’utizzo dei vettori italiani da parte dei passeggeri: la relativa quota è scesa tra il 2007 e il 2012 dal 56% al 38%. Il 47% dei passeggeri utilizza voli low cost (46% nel 2011), quota che scende al 24% se si considerano solo le linee aeree italiane (28% nel 2011).
L’Italia, con una quota del trasporto europeo pari al 9,5% (9,6% nel 2011), si colloca al quinto posto nell’Ue per numero di passeggeri trasportati, dopo Regno Unito (16,5%), Germania (14,6%), Spagna (13%) e Francia (11%). La diminuzione delle merci e posta trasportate, pari al 4,9%, è il risultato di una riduzione consistente dei trasporti internazionali (-5,5%) e di un leggero calo di quelli nazionali (-0,2%). I movimenti di merci per area geografica registrano un incremento dagli Altri paesi europei (+9%), dal Centro-America (+8,8%) e da Australia e Oceania (+32,9%); risultano, invece, in diminuzione quelli da e verso Africa (-28,9%), Nord America (-13,4%), Sud America (-9,9%), Asia (-4,4%) ed Unione europea (-4,2%).